Ruiu: 'Milan, non c'è l'ambizione economica di vincere lo scudetto. E il rinnovo di Ibra non sia la priorità'
“L’unico modo per puntare ancora allo scudetto è vincere il derby tra 15 giorni”: nel dopopartita di Milan-Juve Pioli è stato laconico e realista. Il pareggio “a occhiali” contro i bianconeri è stato il risultato più giusto. Anche se Leao e compagni hanno tirato in porta più volte della spuntatissima Vecchia Signora, il Milan non ha fatto abbastanza per meritare il successo e complessivamente ha dato la sensazione che questo campionato finirà più o meno come quello scorso. Il punto contro la squadra di Allegri non è dunque da vedere solo come il seguito della brusca frenata di 7 giorni fa in chiave scudetto, ma anche e soprattutto come un modo per tenere lontana la più accreditata rivale nella corsa ai primi 4 posti. Prima e dopo il match, sia Pioli sia Maldini lo hanno fatto capire: al di là degli obiettivi ambiziosi che giustamente vengono posti alla squadra, il Milan non ha ancora né la dimensione né l’ambizione economica di lottare per il vertice.
Lo lascia intuire il tecnico quando prefigura una corsa al fotofinish nella corsa per tornare in Champions League e lo spiega chiaramente Maldini quando dice che non ci sono le risorse economiche per un colpo alla “Vlahovic”, ma che società e proprietà ritengono che per gli obiettivi prefissati questa rosa sia già attrezzata così. Ergo: al momento l’unico obiettivo stagionale è tornare in Champions League. I tifosi possono anche rammaricarsi e non accettarlo, ma questo è. Ed è meglio rendersene conto una volta per tutte. Certo, tutti noi abbiamo sognato e fino al 6 febbraio continueremo a sognare di poter lottare per lo scudetto puntando su un calo primaverile dei nerazzurri. Ma, diciamo che se i valori vengono rispettati e non succede nulla di clamoroso, per il Milan sarà molto molto difficile migliorare il secondo posto della scorsa stagione. Poiché, come abbiamo sempre ripetuto fin da quest’estate, il Milan del 2021/22 non è complessivamente più forte di quello dell’anno precedente.
Molti giocatori sono cresciuti e hanno migliorato tanto nella loro consapevolezza di valore. Ma dal punto di vista tecnico il livello della squadra è rimasto lo stesso. Cosa che, per carità, se rapportata alle gestioni del triennio precedente, non è affatto da buttare via. Tornando alla sfida con la Juve, sul campo il Milan appare più avanti dei bianconeri dal punto di vista del gioco, ma purtroppo la sensazione è che, nella prossima estate, la squadra di Allegri avrà risorse economiche differenti per rinforzarsi. Per il momento il Milan ha tutte le carte in regola per rimanere davanti alla Juve fino a fine stagione e già questo è parecchio importante, perché tenere fuori i bianconeri dall’Europa che conta sarebbe un bel freno sulla strada della loro crescita tecnica ed economica. Dal punto di vista difensivo Kalulu e Romagnoli non stanno facendo rimpiangere i titolari e lo stesso Maldini ha lasciato intendere che il reparto non sarà ulteriormente rinfoltito da qui a fine mese.
L’attacco ultimamente sta facendo fatica, ma finalmente le alternative non mancano. Anche se Ibra si è fatto male. Piccola parentesi: se col freddo di una serata di gennaio sul campo di S. Siro in condizioni pessime si fa male un giocatore di 40 anni non è sfortuna, ma semplicemente la normalità. A questo particolare, a fine stagione bisognerà pensare davvero. Ma mi sembra chiaro che anche per la società, adesso, la priorità non sia come l’anno scorso il rinnovo di Ibra, ma quello di gente come Leao e Theo Hernandez. Cosí sí pongono davvero le basi per un futuro da vertice. Sperem.