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  • Ruiu: 'Milan, lo scudetto un miracolo di Maldini. Vince quasi sempre la più ricca, Inter e Juve sono ancora favorite'

    Ruiu: 'Milan, lo scudetto un miracolo di Maldini. Vince quasi sempre la più ricca, Inter e Juve sono ancora favorite'

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Lo scudetto del Milan vinto nella passata stagione è la dimostrazione che fortunatamente nel calcio non sempre vince il più ricco, ma quasi sempre vince chi riesce ad essere più squadra. Purtroppo accade spesso che quando si hanno più soldi si riescono a costruire le squadre più forti. Il calcio del nuovo millennio ha dimostrato, dati alla mano, che molto spesso le classifiche sportive vanno di pari passo con quelle economiche. Ed è così che in Francia la Ligue 1 la vince quasi sempre il Paris Saint-Germain. Ed è così che in Germania la Bundesliga la vince quasi sempre il Bayern Monaco. Ed è così che in Spagna la Liga la vincono quasi sempre Real Madrid o Barcellona. Ed è così che in Italia la Serie A la vince quasi sempre la Juventus. Le eccezioni dell’ultimo decennio nei 4 campionati più importanti (la Premier League per dimensioni sportive ed economiche è fuori categoria, essendo ricca, vista e commercializzata addirittura più della stessa Champions League) si contano sulle dita di una mano e si chiamano Lille, Monaco, Atletico Madrid, Inter e Milan. In 10 anni solo 5 eccezioni su oltre 40 campionati: un dato davvero impressionante.

    Analizzando lucidamente la situazione dunque, dobbiamo mettere seriamente in preventivo che purtroppo in Italia le possibilità che torni a vincere la squadra più ricca e con il monte ingaggi più elevato è molto concreta. Anzi, sinceramente credo che non sia mai stato dipinto da nessuno con l’adeguata imparzialità e obiettività l’andamento catastrofico della Juventus nell’ultimo biennio. Il club della famiglia Agnelli era ed è nettamente il più ricco (unica italiana nella Top Ten continentale) e quello con il monte ingaggi più elevato. Per questo motivo è semplicemente ingiustificabile che per due anni consecutivi non abbia nemmeno partecipato alla lotta per il titolo nazionale, oltre ad avere clamorosamente floppato a livello europeo.

    La gestione di queste ultime stagioni bianconere è stata più che fallimentare. Nel primo anno ne ha approfittato l’Inter che per dimensioni economiche è seconda a livello nazionale sia come monte ingaggi sia come fatturato. La gigantesca impresa del Milan sta nel fatto che la gestione di Maldini (inizialmente condivisa con Boban) ha consentito di primeggiare a livello nazionale a un club che nell’ultima stagione aveva il terzo fatturato d’Italia (meno di metà di quello della Juventus) e addirittura il quarto monte ingaggi, alle spalle anche del Napoli. Se non si è trattato di un miracolo sportivo poco ci è mancato.

    In base a questi parametri economici, che non sono destinati a cambiare, almeno nel breve periodo, pretendere dal Milan di chiudere anche quest’anno davanti a Juventus e Inter è come chiedere un’impresa quasi impossibile. Questo, lucidamente, lo sa anche Paolo Maldini che, trovato un equilibrio tecnico-economico con la società prosegue sulla strada tracciata della sostenibilità, dei giovani di valore da lanciare e degli ingaggi contenuti. Una strada che difficilmente porta a conquiste sportive, a meno di casi eccezionali come nella passata stagione, ma che di sicuro garantisce una stabilità economica parallelamente a una crescita sportiva. Molto di tutto questo, come ha sempre spiegato lo stesso Maldini, passa dalla costante partecipazione alla Champions League.

    Con questo non stiamo dicendo che il Milan non punterà a vincere lo scudetto, anche se i bookies già designano logicamente Juventus e Inter come favorite. Maldini ha detto la verità nel discorso programmatico fatto fuori da Milanello. E’ giusto che un grande dirigente indichi il punto più alto da raggiungere, che in questo caso è la conquista della seconda stella. Ed è giusto che il Milan ci punti davvero, come ha fatto in questi ultimi due anni. Anche perché, come amava ripetere spesso un dirigente del passato, se si punta allo scudetto, male che vada si va in Champions League. Che è il vero obiettivo esiziale. Però bisogna rendersi conto fin da subito della grande difficoltà che avrà il Milan quest’anno a mettersi dietro un’altra volta Inter e Juve. E, nel caso del Milan, a differenza di chi è più ricco e dà ingaggi da capogiro, se non dovesse farcela a vincere non si potrà bollarlo come un fallimento. Meglio dirlo prima.

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