Ruiu: 'Milan, De Ketelaere incanta e ricorda Kakà. Il primo gol? Il brasiliano lo segnò alla quinta nel derby...'
Non era la prima in assoluto perché il giovanissimo belga aveva già concesso qualche scampolo del suo calcio negli spezzoni giocati contro Udinese e Atalanta. Ma ieri per la prima volta il pubblico di S. Siro ha potuto apprezzare una vasta parte del suo repertorio. E non si è trattato di giocate casuali o di sensazioni fuorvianti. Di debutti folgoranti i tifosi del Milan ne hanno visti tantissimi, alcuni anche fallaci e caduchi.
Citiamo alla rinfusa: Ricardo Oliveira segnò all’esordio, Gourcuff incantò addirittura in una serata di Champions, Pato brillò più luminoso di Kakà, Ronaldo e Seedorf. Poi, per motivi diversi e in modi diversi, rimasero esordi senza grande seguito. Quello di Kakà non fu un debutto così roboante e forse nemmeno quello di De Ketelaere lo è stato. Vuoi per l’importanza della partita, vuoi per la mancanza del gol, vuoi per le pause che sia il brasiliano ad Ancona sia il belga ieri sera si sono concessi durante il match. Ma le sensazioni non tradiscono e quelle di De Ketelaere sono inequivocabili.
Il paragone con Kakà regge per tanti motivi, ma non per tutti. La somiglianza tecnica ed estetica è evidente. Anche il carattere e il low profile sono gli stessi. Due facce da bravi ragazzi, pettinati e discreti. Due “scolaretti”, tanto per citare una definizione di uno dei senatori dello spogliatoio rossonero dell’epoca ancelottiana. Quando Kakà arrivò era il capitano del San Paolo ma in Europa non era così conosciuto. Lo stesso De Ketelaere proviene da un campionato minore e l’anno scorso non si era certo distinto come uno dei crack della Champions League.
I dubbi sull’adattamento alla nuova squadra e al difficile campionato italiano valevano per il brasiliano e valgono per il belga. In campo le movenze e gli spazi occupati da Kakà agli inizi non erano così diversi da quelli di De Ketelaere. Kakà amava partire da lontano per sfruttare al massimo la sua inarrestabile progressione, proprio come fa il belga. Anche Kakà amava svariare sulle fasce e non disdegnava dal dare una mano a recuperare i palloni. Questo era il primo Kakà del 2003, da non confondere con quello che completò la propria evoluzione da punta vera e propria, cosa che accadde solo dopo l’addio di Shevchenko.
Nel 2007 Ricky diventò un uomo gol fatto e finito, fu il capocannoniere della Champions vinta e conquistò il Pallone d’Oro. Non sappiamo e non sapremo mai se De Ketelaere raggiungerà quelle vette eccelse di rendimento e non sappiamo se le raggiungerà nel Milan, perché il Milan in cui è cresciuto ed esploso Kakà era una delle squadre più forti del mondo. Questo Milan è ancora molto lontano da quel livello. Anche se la consapevolezza di forza di alcuni interpreti come Tomori, Kalulu, Theo, Bennacer e Leao ribadita contro il Bologna fa ben sperare per un ulteriore salto di qualità della squadra anche in Champions League.
Di certo questo debutto dal primo minuto di De Ketelaere ci ha lasciato la sensazione di essere una di quelle serate che ricorderemo. Ricorderemo il dribbling alla Gullit con palla da una parte e uomo dall’altra, ricorderemo il recupero palla e la sgroppata con assist a Leao, ricorderemo il cioccolatino scodellato a Kalulu davanti al portiere, ricorderemo veroniche e piroette. De Ketelaere ha già lasciato il segno e lo spessore del giocatore si vede. E’ uno di quelli che, proprio come fece Kakà, tra poche settimane potrà già essere considerato uno dei leader tecnici di questa squadra. Per il primo gol si può tranquillamente aspettare. Kakà lo segnò nel derby alla quinta giornata… quando cade quest’anno la prima stracittadina?