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    Rosetti: "Il Var a chiamata è un rischio. Tempo effettivo? Siamo lontani"

    Rosetti: "Il Var a chiamata è un rischio. Tempo effettivo? Siamo lontani"

    • Matteo Palmisano
    Il Var è uno strumento che continua a far discutere. I benefici della tecnologia, arrivata in Italia nella stagione 2017/18, sono innegabili, ma anche le polemiche legate all’utilizzo e all’applicazione del protocollo. E di Var ha parlato Roberto Rosetti, oggi a capo della divisione arbitrale dell’Uefa: “Spegnere il VAR è impensabile. Immaginiamoci cosa sarebbe il calcio se cancellassimo tutto quello che è stato fatto negli ultimi anni. Sarebbe il caos”.

    VAR A CHIAMATA - A La  Stampa, Rosetti ha parlato anche della possibilità di introdurre il Var a chiamata. Un’idea che non convince l’ex arbitro: “Il gioco del calcio è fluidità, ritmo, imprevedibilità. Abbiamo un intervento ogni tre partite, ogni situazione viene analizzata (quest’anno in 660 partite, 3020 check, 214 interventi VAR). Se agli allenatori o ai capitani venisse concessa la possibilità di chiamare l’intervento VAR due volte a partita, siamo sicuri che la fluidità del gioco stesso non verrebbe intaccata? E se ci fosse un errore evidente a challenge terminati? Si rischierebbe un uso “tattico” dello strumento: “Potrebbe succedere per rompere il ritmo di una gara. Potrebbe generare più equivoci”.

    TEMPO EFFETTIVO - "Siamo lontani dall’introduzione perché non si concilia con i tempi del calcio. Siamo contenti della durata media delle competizioni UEFA: quasi 60 minuti in Champions. Da anni lavoriamo per rendere le partite più veloci, con meno pause”.

    PROTESTE – La novità del capitano come unico calciatore che può chiedere spiegazioni è stata approvata: “Il progetto è semplice, ma cruciale per l’immagine e per l valore educativo del calcio. Siamo solo all’inizio: siamo stanchi del mobbing verso gli arbitri”.
     

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    MrDjango
    MrDjango

    Mobbing verso gli arbitri? Parliamo invece del clima di intoccabilità che circonda la classe arbi...

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