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Ronaldo: 'Sorpreso dalla Juve, voglio vincere la Champions e fare la storia'
SU CRISTIANO JR - "È molto competitivo, è come me da piccolo. Non gli piace perdere. Diventerà come me, ne sono sicuro al 100%. Mi piace insegnarli alcune cose, ma alla fine sceglierà lui cosa fare e avrà sempre il mio sostegno. Però, certo, mi piacerebbe che diventasse un calciatore perché penso che anche lui abbia quella passione. È potente, veloce, ha buona tecnica, un buon tiro. Non gli metterò pressione, però naturalmente per me sarebbe un sogno vederlo un giorno diventare un calciatore".
SULLA JUVE - "Sono molto felice, la squadra è forte e sono davvero entusiasta. Ci sono condizioni straordinarie, sono sorpreso in senso positivo. Ci alleniamo duramente, non c'è mai un giorno facile e mi sento davvero felice. Mi piace come si lavora qui, la mentalità. Hanno metodi particolari, tutto lo staff è molto professionale. Perché ho scelto la Juve? Ci sono cose nella vita che sembrano dettate dal destino e in questo caso è stato così. Non mi sarei mai aspettato di giocare in questo club, ma certe cose avvengono in maniera naturale. Come tutti sanno, la Juve è uno dei migliori club al mondo e per me è stata una decisione facile. Chiaramente, quello che ho fatto al Real Madrid è stato incredibile, ho vinto tutto e ho tanti amici, ma la Juve ha dimostrato di volermi più di tutti e voglio provare a scrivere la storia anche con questo club".
SULLA STANDING OVATON DELLO STADIUM - "Spesso sono i piccoli dettagli a fare la differenza e quello che ho visto quella sera mi ha aiutato. Mi dispiace aver segnato contro la mia squadra attuale, ma quello è il passato. Credo che quella rovesciata sia stato il gol più bello della mia carriera finora. Quando la gente ha iniziato ad applaudire sono rimasto senza parole, non mi era mai successo prima".
SUL NUMERO 7 - "È il mio preferito, ne ho parlato col club prima e poi naturalmente con Cuadrado, che lo aveva l'anno scorso e lui ha detto: 'Non c'è problema, te lo cedo volentieri'. Tutto è andato bene, mi ha sorpreso la disponibilità che hanno dimostrato sia il club che Cuadrado e sono felice di poter continuare a indossare la numero 7.
SU FERGUSON - "Ferguson come un padre per me? Assolutamente! È stato importantissimo per me all'inizio della carriera, mi ero appena trasferito dallo Sporting Lisbona al Manchester United e avevo ancora la mentalità portoghese, per così dire. Troppi doppi passi, decisioni spesso sbagliate. In Premier League le cose sono più difficili, lui mi ha insegnato tutto e per questo lo considero come un padre nel calcio perché mi ha aiutato tantissimo".
SULLA VITA PRIVATA - "Non è facile, ma mi piace giocare con la pressione. Fa parte del mio lavoro, devi saperla gestire, fa parte dell'essere CR7. I miei figli? Bellissimo, imparo qualcosa di nuovo ogni giorno. Le domande che ti fanno, i sorrisi, quando si rendono conto che sei loro papà: mi diverto un mondo con loro, è una bellissima sensazione. I piccoli ora iniziano a dire le prime parole e a camminare, è un viaggio bellissimo che mi sto godendo, loro sono la motivazione per alzarmi, allenarmi duramente e avere successo in tutto quello che faccio. Sono davvero fortunato. La moda? Per me tutto è importante: avere un buon aspetto, un buon profumo. Non è solo per le donne. Mi piace vedere gente vestita bene, donne o uomini: fa parte della nostra cultura. Ci tengo, senza ossessioni, ma qualche dettaglio fa la differenza. Nel tempo libero guardo i combattimenti di UFC, tennis e basket. Mi piace il ping-pong, che è il mio secondo sport e quello in cui sono più bravo".
SUGLI INIZI - "Quando ero piccolo c'erano tanti giocatori con talento, ma l'aspetto mentale è fondamentale per fare sacrifici e raggiungere un livello alto. A 11, 12 anni avevo già questo sogno, questa mentalità e sono riuscito ad arrivare fin qi grazie all'impegno e allo spirito di sacrificio. A fare la differenza è la forza mentale che uno ha e io penso di averne avuta din dall'inizio. Io non andavo bene a scuola, a per me la vita è la scuola più importante. A 11 anni ho lasciato la mia famiglia, quella è stata la parte più difficile. Ero costretto a crescere da solo, senza mio padre, mia madre e i miei fratelli e questo mi ha aiutato a costruire un carattere forte. Poi col tempo ho imparato cose nuove, basta prendere un libro e studiare e si crea un buon livello di cultura".