Ronaldo, un extraterrestre a Torino
Un cordone di Jeep a proteggerlo dalla vista di quelli che “vengo anch’io no tu no”. Una doppia villa in collina, nascosta nel verde, dotata di ogni comfort e anche di più per la serie “ho visto cose che voi umani…”. Le prime dichiarazioni ufficiali, rilasciate tramite ufficio stampa, raggelanti per il popolo tifoso. “Nessuna intervista, nessuna uscita in pubblico, nessun contatto diretto con qualcuno che non abbia un ruolo ben preciso in società”. Il primo allenamento blindato che di più non sarebbe stato possibile. Andata e ritorno, alla Cantinassa, a bordo di una vettura con i finestrini fumè.
Preparativi per l’esordio a Villar Perosa mai visti neppure per le visite del Pontefice nelle capitali del mondo. Il paesino della Val Chisone verrà praticamente blindato e solamente i biglietto muniti potranno varcare il confine che separa il regno degli Agnelli dal resto del mondo. Rigorosamente vietata la tradizionale invasione di campo del dopo partita che è sempre avvenuta per consentire ai tifosi e soprattutto ai bambini di vedere da vicino i loro idoli. Guardare da lontano e non toccare è l’ordine tassativo. Chi dovesse provare a disattenderlo farà i conti con le forze dell’ordine e body guard assortiti. Per la prima ci campionato a Verona prezzi dei biglietti tipo Nureyev per e prime file a “La Scala” di Milano. E’ questo il capitolo di apertura del romanzo il quale dovrebbe essere lungo quattro anni che avrà per protagonista Cristiano Ronaldo, un extraterrestre a Torino.
Lui è la star e come tale si comporta riproponendo, a livello di quotidianità, gli schemi seguiti dalle grandi stelle della musica rock internazionale. Personaggi sempre e ovunque. Spesso figure addirittura virtuali che non sai bene se esistono sul serio o soltanto nella fantasia. Tutto in regola perfetta con il “sistema calcio” contemporaneo dove il rapporto campione-popolo tifoso è stato praticamente azzerato. Naturalmente, da adesso in avanti, spetterà a Cristiano Ronaldo sdebitarsi con gli interessi per tutto ciò che ha ricevuto e che riceverà ancora sia per quel che riguarda i beni materiali e sia per ciò che concerne l’idolatria quasi mistica della gente. Dello scudetto manco parlarne, perché sarebbe una ovvietà. Ma lo spettacolo sempre, quello sì. Perché la star questo deve dare. Soprattutto quella Champions per il cui raggiungimento è stato ingaggiato e che non gli consentirà di ripetere la malinconica litania cantata da tanti celebri tenori dal nome famoso come Pelè, Beckenbauer o Chinaglia, che andarono in America a far le belle statuine. A Ronaldo non capiterà. Lui è un extraterrestre serio e a lui ogni esagerazione è concessa.
Diversamente sarebbe un bel guaio per davvero. Verrebbe da pensare a quell’atto unico scritto per il teatro dal genio di Ennio Flajano dal titolo “Un marziano a Roma”. In breve la trama. Nella capitale sbarca un marziano creando sconcerto e paura. Poi il timore si trasforma in semplice curiosità quando la gente capisce e prende atto che l’alieno non è poi così diverso dagli umani per le cose che sa fare. Trascorso un anno, tutto è cambiato e la gente, vedendo il marziano passeggiare sul Lungotevere, lo saluta e lo apostrofa così: ‘A marzià, adesso facce almeno ride”.
Preparativi per l’esordio a Villar Perosa mai visti neppure per le visite del Pontefice nelle capitali del mondo. Il paesino della Val Chisone verrà praticamente blindato e solamente i biglietto muniti potranno varcare il confine che separa il regno degli Agnelli dal resto del mondo. Rigorosamente vietata la tradizionale invasione di campo del dopo partita che è sempre avvenuta per consentire ai tifosi e soprattutto ai bambini di vedere da vicino i loro idoli. Guardare da lontano e non toccare è l’ordine tassativo. Chi dovesse provare a disattenderlo farà i conti con le forze dell’ordine e body guard assortiti. Per la prima ci campionato a Verona prezzi dei biglietti tipo Nureyev per e prime file a “La Scala” di Milano. E’ questo il capitolo di apertura del romanzo il quale dovrebbe essere lungo quattro anni che avrà per protagonista Cristiano Ronaldo, un extraterrestre a Torino.
Lui è la star e come tale si comporta riproponendo, a livello di quotidianità, gli schemi seguiti dalle grandi stelle della musica rock internazionale. Personaggi sempre e ovunque. Spesso figure addirittura virtuali che non sai bene se esistono sul serio o soltanto nella fantasia. Tutto in regola perfetta con il “sistema calcio” contemporaneo dove il rapporto campione-popolo tifoso è stato praticamente azzerato. Naturalmente, da adesso in avanti, spetterà a Cristiano Ronaldo sdebitarsi con gli interessi per tutto ciò che ha ricevuto e che riceverà ancora sia per quel che riguarda i beni materiali e sia per ciò che concerne l’idolatria quasi mistica della gente. Dello scudetto manco parlarne, perché sarebbe una ovvietà. Ma lo spettacolo sempre, quello sì. Perché la star questo deve dare. Soprattutto quella Champions per il cui raggiungimento è stato ingaggiato e che non gli consentirà di ripetere la malinconica litania cantata da tanti celebri tenori dal nome famoso come Pelè, Beckenbauer o Chinaglia, che andarono in America a far le belle statuine. A Ronaldo non capiterà. Lui è un extraterrestre serio e a lui ogni esagerazione è concessa.
Diversamente sarebbe un bel guaio per davvero. Verrebbe da pensare a quell’atto unico scritto per il teatro dal genio di Ennio Flajano dal titolo “Un marziano a Roma”. In breve la trama. Nella capitale sbarca un marziano creando sconcerto e paura. Poi il timore si trasforma in semplice curiosità quando la gente capisce e prende atto che l’alieno non è poi così diverso dagli umani per le cose che sa fare. Trascorso un anno, tutto è cambiato e la gente, vedendo il marziano passeggiare sul Lungotevere, lo saluta e lo apostrofa così: ‘A marzià, adesso facce almeno ride”.