Ronaldo: 'Juve? Offerte in Cina 5 volte più alte. Il caso stupro mi condiziona, ma sono innocente! Real? Via per Perez'
L'attaccante della Juventus, Cristiano Ronaldo, ha concesso una lunghissima intervista a France Football in vista della consegna del prossimo Pallone d'Oro. Un'intervista fiume, la prima da quando è alla Juventus in cui parla sia del suo addio al Real Madrid, ma in cui conferma a mezzo stampa la sua posizione sul caso stupro che l'ha visto accusato negli Stati Uniti dall'ex modella Kathryne Mayorga.
DAL REAL ALLA JUVE - "In termini di club credo di aver fatto la scelta giusta e che sia stato un trasferimento ben riuscito. Ho realizzato tante cose buone a Madrid e ho passato tanti momenti incredibili che mi rimarranno per sempre e con dei compagni di grande valore. E anche i tifosi, ovviamente. Credo però che dopo 9 anni era giunto il momento di cambiare squadra. La Juve è uno dei più grandi club al moneto, per questo in un certo senso è stato sì difficile, ma anche molto facile.
LA SFIDA - Passare dal Real alla Juve potrebbe semprare strano agli occhi di molte persone, ma per me ha senso e ne sono molto orgoglioso. Non nascondo che è stato un po' difficile, ma a volte il cambiamento è necessario. Sono una persona a cui piacciono le sfide. Non mi piace stare in una comfort-zone. Preferisco buttarmi in nuove sfide e trovare l'adrenalina che fornisce questa eccitazione".
COLPA DI PEREZ - "Cosa mi ha fatto cambiare idea sul Real? Già da un po' pensavo che sarebbe stato giusto andare altrove. Specialmente con Florentino Perez non mi sentivo più considerato come all'inizio. I primi 4-5 anni ero Cristiano Ronaldo, negli ultimi sempre meno. Poi un giorno il presidente mi ha guardato con occhi che non volevano più dire la stessa cosa, come se non fossi più indispensabile. Fu allora che ho iniziato a riflettere su un possibile addio. Leggevo i rumors in cui si diceva che aveva chiesto di andarmene e la verità è che sentivo che il presidente non mi avrebbe trattenuto e allora ho iniziato ad ascoltare le proposte di altri club. Sono state dette tante falsità. La verità è che Perez mi voleva tenere, ma allo stesso tempo non ero indispensabile".
L'ADDIO DI ZIDANE - "Ho voluto bene a Zidane sia come persona che come allenatore, ma il suo addio non è stata la chiave per la mia scelta. Diciamo che è stato uno dei tanti dettagli che mi hanno fatto riflettere sulla mia posizione nel club. I tifosi del Real Madrid mi hanno sostenuto sempre e anche al momento dell'annuncio del mio addio sono stati dalla mia parte. È una cosa che mi ha toccato molto, ma non era abbastanza per restare".
NON È QUESTIONE DI SOLDI - "È stato detto e scritto che me ne sono andato per soldi, ma non è questo il caso. Soldi ne ho abbastanza e non ne faccio un'ossessione. Secondo voi mi alzo la mattina per andare a giocare solo per il mio stipendio? Mi piace il calcio, la sfida. Se fosse stato solo per soldi sarei andato in Cina dove avrei guadagnato 5 volte di più rispetto alla Juve o al Real. La differenza è che alla Juve mi hanno dimostrato di volermi realmente".
LA SERIE A - "Passare dopo nove anni da un campionato come la Liga alla Serie A non è semplice. È il terzo grande campionato in cui gioco ed è diverso dagli altri due. Devo adattarmi ai compagni, al profilo tattico e fisico, a come si posizionano in campo, alla Serie A e alla nuova lingua. Non ho mai lavorato così tanto come qui, perchè adattarsi non è facile, ma è sicuramente motivante. Con la mia esperienza e il mio gioco farò di tutto per aiutare la Juve ad andare il più in alto possibile".
LA JUVE E I COMPAGNI - "Ammirazione? Ovunque, qui come a Madrid, ci sono persone che ti piacciono molto, e altre meno, ma non è niente di così insolito. Alla Juve mi sento molto bene, sono apprezzato. Me ne rendo conto attraverso le interviste che i miei compagni di squadra fanno: chiunque parli di me lo fa come di qualcuno normale, di un giocatore che si è unito al gruppo senza problemi. Non come di una stella".
ALLEGRI - "Rapporto ottimo. È competente e anche molto divertente. E anche molto professionale, come l'intero club. Insisto su questo perché anch'io sono così, e questo ambiente corrisponde totalmente al mio essere. Si pensa e si va nella stessa direzione. Ora si deve vincere. Ecco perché sono qui".
400 GOL - "Ed è un record... Come sono passato da quattro gol nel primo anno in Premier League ad essere l'attaccante più prolifico nella storia dei grandi campionati europei? Ho imparato, semplicemente. I progressi sono stati lenti e graduali, ho imparato che la cosa più importante non era segnare, ma aiutare la squadra a raggiungere la vittoria".
LAVORO - "Questa è di gran lunga la cosa più difficile in questo sport: restare al top, mantenere il livello. Andare in palestra per tre o quattro ore, mantenere il tuo corpo... Ma la cosa complicata è mantenere questa etica di lavoro, la motivazione che ti permette di essere lo stesso grande giocatore nel corso degli anni. Sai quanti giocatori sono in grado di essere al massimo livello di prestazioni per più di dieci anni? Li contiamo sulle dita di una sola mano: diciamo che ce ne sono due, Messi e io. Ecco perché è importante avere sempre una sfida, un obiettivo da compiere, e questa è la ragione per cui sono qua. Avevo bisogno di adrenalina, stimoli. Per scrivere una nuova pagina del romanzo di miglior giocatore del mondo".
MI SENTO UN 23ENNE - "Durante la Coppa del Mondo, sulla base di test e prestazioni fisiche compilate, uno studio ha dimostrato che ho il fisico di a giocatore di ventitré anni? Stanno solo esagerando un po' (Ride ndr). Se mi sento così? Nella testa, sì. Ed è la testa che comanda tutto! L'età è nella testa".
PALLONE D'ORO - "L'ho detto molte volte, vincere il sesto Pallone d'Oro non è un'ossessione. E non mi faccio la domanda in questi termini. Io so già, nel profondo del mio cuore, di essere uno dei migliori giocatori della storia. Poi è certo che vorrei vincere, questo sesto Pallone D'oro! Sarebbe una bugia dire il contrario. Io lavoro per questo. Lavoro per segnare gol e vincere partite, ma senza che questo sia un'ossessione. Il Pallone d'Oro penso di meritarlo quest'anno. Rivali? Gli stessi di sempre, anche se non so se Messi sarà sul podio questa volta. Quindi, diciamo Salah, Modric, Griezmann, Varane, Mbappé, e i francesi in generale perché che sono campioni del mondo. Ma voglio aspettare per vedere se tutti questi giocatori saranno ancora al top tra dieci anni, come io e Messi abbiamo fatto, e continuiamo a fare. Sempre lì, sul podio, per più di dieci anni...".
CASO MAYORGA - "Ovviamente questa storia interferisce nella mia vita: ho una compagna, quattro bambini, una madre anziana, sorelle, un fratello, una famiglia a cui sono molto vicino. Per non parlare della mia reputazione, che è quella di qualcuno esemplare. Per i miei compagni di squadra, la mia famiglia, i fan che mi sostengono, questa storia non è irrilevante. Io nella mia testa sono solido, so che uomo e che professionista sono. Immagina però cosa possa rappresentare qualcuno che ti dice che sei uno stupratore. So chi sono e cosa ho fatto. La verità uscirà. E le persone che oggi criticano, espongono la mia vita sotto i riflettori, la rendono un circo, queste persone vedranno... Vedremo se quel giorno, queste persone metteranno il mio nome sulla prima pagina dei giornali per dire che io sono innocente!".
"SONO INNOCENTE" - "Ho dato spiegazioni alla mia compagna. Mentre mio figlio, Cristiano Jr, è troppo piccolo per comprendere. Il colpo maggiore è per mia madre e per le mie sorelle. Sono sbalordite e allo stesso tempo molto arrabbiate. Questa è la prima volta che le vedo in questo stato. Sono io che sono obbligato a calmarle, quando logicamente dovrebbe essere il contrario. Soprattutto mia madre: lei è inconsolabile. Le ho parlato a lungo, le dissi: 'Mamma, lo sai che persona hai in casa? Sai come mi hai cresciuto, l'educazione e l'amore che mi hai dato'. È per lei che io subisco ancor peggio l'opinione pubblica. Ci sono tante persone che mi amano come persone che mi odiano, per quello che sono. Quello non mi importa, ma quando tutto questo sarà finito voglio vedere cosa diranno queste persone. So di essere uno dei più famosi su questo pianeta. So anche che io vendo, e tutto ciò che di male si dice di me è più enfatizzato dai media, ripreso, e messo alla luce, rispetto a ciò che si dice di positivo. Molte persone, specialmente in TV, me l'hanno spiegato. Allora incasso, cerco di stare calmo. Ma queste cose non le dimentico, rimane tutto, dentro di me".
VINCERE - "Cosa c'è meglio della vittoria? Assolutamente niente! Vincere è il massimo. E quando si anche un segna gol è anche meglio"
IL CONFRONTO CON MESSI - "Messi? È sempre bello confrontarsi con i migliori giocatori del mondo e Messi è uno di questi. Ma la vita va avanti. Il Clasico, anche senza Messi e me, rimarrà sempre El Clasico. Ce ne saranno altri, molti altri".