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    Ronaldinho addio, il Milan aspetta Mario

    Ronaldinho addio, il Milan aspetta Mario

    Balotelli, già una rissa al City: il Milan lo aspetta.
    Allegri ha scaricato Ronaldinho: "Via chi non è motivato".
    Come spiegare le esclusioni di Ronaldinho? Allegri si affida al più famoso dei giochi in scatola: «Il calcio - racconta - è come il Monopoli, qualche volta ti può capitare di beccare la carta dell'imprevisto». Se fosse soltanto casualità Dinho vincerebbe l'oscar dello sfortuna: fino a ieri, infatti, ha pescato male per sei volte consecutive e pure stasera contro il Brescia rischia fortemente. Silvio Berlusconi il giorno del raduno sentenziò: «Ronaldinho è il più grande campione di tutti i tempi», chissà se immaginava di vedere a dicembre il Milan primo in classifica e il suo «uomo» imbacuccato in panchina. Finché i risultati arrivano però va tutto bene. Ciò che sta succedendo a Allegri non ha niente a che vedere con il film vissuto da Leonardo, costretto ad andarsene per «differenze di vedute con il grande capo» proprio su quest'argomento. Berlusconi anche giovedì ha infatti chiamato il suo mister ma pare che l'argomento Dinho non sia stato minimamente sfiorato. Così almeno ha raccontato Allegri: «Il presidente è contento per il primo posto e mi ha chiesto come stanno i ragazzi».

    Il ragazzo con i dentoni ormai è uno dei tanti, ma a differenza di Robinho e Ibrahimovic ha un contratto in scadenza a giugno e soprattutto una valigia quasi pronta già per gennaio. Ormai i due sono considerate pedine inamovibili. Ibra ha grande potere all'interno dello spogliatoio rossonero e ha benedetto l'intesa. A giugno, poi, quando la società proverà a prendergli anche Balotelli sarà ancora più contento e magari convincerà Raiola a non chiedere il solito «ritocchino». Il progetto Milan per l'anno prossimo è già delineato. I rossoneri conoscono ogni dettaglio del contratto di SuperMario, che al City comincia ad avere i primi problemi: nell'allenamento di ieri è rimasto coinvolto in una rissa con Jerome Boateng, fratello di Kevin Prince, il centrocampista del Milan. Non proprio una riedizione del match tra Ibra e Onyewu, ma epilogo simile: il club elogia l'agonismo dei giocatori, sintomo di attaccamento alla maglia. Sarà.

    E l'attaccamento di Dinho al Milan? Allegri ha lasciato intendere di non ritenere il brasiliano indispensabile. «Come reagirei se chiedesse di essere ceduto? Dico solo che nel Milan ci devono stare quei giocatori che hanno voglia di starci e la società è d'accordo con me. I risultati dipendono dalle qualità tecniche e dalle motivazioni che si hanno dentro, tenere giocatori controvoglia è controproducente». Ronaldinho, considerato lo sciopero, ha a disposizione tre partite per riacquistare credibilità. Allegri, scherzando con i cronisti, ha ipotizzato di schierarlo già stasera insieme a Robinho e Ibrahimovic (la cui diffida, alla luce del medesimo sciopero, pesa tantissimo: rischia di saltare la Roma), ma quando si è fatto serio ha ripetuto la solita filastrocca: «Dinho sta lavorando per riconquistarsi il posto come ogni professionista».

    In presenza di un'offerta concreta da parte del Galaxy e di un'alternativa valida per sostituirlo la sua cessione diventerebbe automatica. Il problema esiste ma non è prioritario. Allegri e Galliani, infatti, sono concentrati sul presente e puntano a trascorrere un Natale diverso sfatando un fastidioso tabù: sono quindici anni infatti che il Milan non mangia il panettone primo in classifica. Ormai è ufficiale: lo scudetto è l'obiettivo primario e questa squadra sembra attrezzata soprattutto per il campionato. L'importante è evitare passi falsi.
     


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