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Romano: Zapata, l'oro di Napoli
Roma, agosto 2013, due passi dal Pantheon. Chi l'avrebbe mai detto, quella sera d'estate, che una cena tipica romana sarebbe valsa al Napoli un ragazzo di poche parole e tanti, tantissimi gol. Perché non far pesare l'assenza di uno come Higuain è dura per tutti, specialmente se non giochi molto e devi segnare tanto. Non sarà il Gonzalo nero, d'accordo; eppure i numeri danno ragione a lui, Duvan Zapata, il ragazzone arrivato dal Sudamerica grazie a quel blitz del direttore sportivo Bigon, voluto da Rafa Benitez ed entrato nel cuore dei napoletani per quel sorriso mai falso, mai mezza polemica, sempre un mare di gol. Sì, una media spaventosa.
E pensare che arrivò davvero così, grazie a una cena nel cuore di Roma. Ristorante 'Scusate il ritardo', il Pantheon dietro l'angolo e il nome del locale a fare da simbolo per una trattativa infinita, durata un mese e mezzo con l'Estudiantes e un'insalata di concorrenza: l'insistenza del Sassuolo con un'offerta più alta al club ma meno importante al giocatore, l'assedio inglese del QPR, l'inserimento sul più bello del West Ham che blocca Zapata, lo porta a Londra dove però non può essere tesserato per i soliti problemi burocratici d'Oltremanica. Bigon lavora ai fianchi degli agenti, non molla un centimetro, finché c'è spazio di manovra vuole accontentare Benitez.
Finché sarà una tavolata a strappare il sì definitivo dell'Estudiantes per Duvan in azzurro: Riccardo Bigon a cena insieme al suo braccio destro Micheli con lo stato maggiore del club argentino, col presidente Quique Lombardi - osso durissimo - a capotavola. Cacio e pepe per tutti, qualche fetta di prosciutto di Parma e arriva la stretta di mano per circa 6 milioni di euro tra parte fissa e bonus, oggi per il Napoli quell'affare è un capolavoro vero. Che fu messo nella memoria storica anche dell'Estudiantes: Zapata è stata la cessione economicamente più alta dell'Estudiantes in 108 anni di storia, festeggiata dal presidente Lombardi con una monetina lanciata nella fontana di Trevi. Con Bigon che si coccolava i contratti tra le mani nell'incredibile serata romana.
Perché oggi l'oro di Napoli si chiama Duvan, colombiano col fisico da bodyguard che vede la porta in modo impressionante. Oro blindato, s'intende: contratto fino a 2018 in cassaforte e volontà ferrea di trattenerlo, un vice Higuain così perfettamente integrato al giocattolo azzurro non si trova facilmente, anzi. Zapata lo volevano in tanti: sondaggi dalla Spagna, telefonate continue dal Torino con Petrachi che lo ha cercato in estate come a gennaio, Cagliari e Udinese hanno fatto più di un tentativo, il River Plate aveva in mente di consegnargli l'attacco per andare a vincere la Libertadores. E il Napoli? "No, grazie". Non si muove. Anzi, cacio e pepe per tutti a ogni gol da festeggiare. Se continua così, buon appetito...
E pensare che arrivò davvero così, grazie a una cena nel cuore di Roma. Ristorante 'Scusate il ritardo', il Pantheon dietro l'angolo e il nome del locale a fare da simbolo per una trattativa infinita, durata un mese e mezzo con l'Estudiantes e un'insalata di concorrenza: l'insistenza del Sassuolo con un'offerta più alta al club ma meno importante al giocatore, l'assedio inglese del QPR, l'inserimento sul più bello del West Ham che blocca Zapata, lo porta a Londra dove però non può essere tesserato per i soliti problemi burocratici d'Oltremanica. Bigon lavora ai fianchi degli agenti, non molla un centimetro, finché c'è spazio di manovra vuole accontentare Benitez.
Finché sarà una tavolata a strappare il sì definitivo dell'Estudiantes per Duvan in azzurro: Riccardo Bigon a cena insieme al suo braccio destro Micheli con lo stato maggiore del club argentino, col presidente Quique Lombardi - osso durissimo - a capotavola. Cacio e pepe per tutti, qualche fetta di prosciutto di Parma e arriva la stretta di mano per circa 6 milioni di euro tra parte fissa e bonus, oggi per il Napoli quell'affare è un capolavoro vero. Che fu messo nella memoria storica anche dell'Estudiantes: Zapata è stata la cessione economicamente più alta dell'Estudiantes in 108 anni di storia, festeggiata dal presidente Lombardi con una monetina lanciata nella fontana di Trevi. Con Bigon che si coccolava i contratti tra le mani nell'incredibile serata romana.
Perché oggi l'oro di Napoli si chiama Duvan, colombiano col fisico da bodyguard che vede la porta in modo impressionante. Oro blindato, s'intende: contratto fino a 2018 in cassaforte e volontà ferrea di trattenerlo, un vice Higuain così perfettamente integrato al giocattolo azzurro non si trova facilmente, anzi. Zapata lo volevano in tanti: sondaggi dalla Spagna, telefonate continue dal Torino con Petrachi che lo ha cercato in estate come a gennaio, Cagliari e Udinese hanno fatto più di un tentativo, il River Plate aveva in mente di consegnargli l'attacco per andare a vincere la Libertadores. E il Napoli? "No, grazie". Non si muove. Anzi, cacio e pepe per tutti a ogni gol da festeggiare. Se continua così, buon appetito...