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Romamania: un punto che serve soprattutto a Garcia
Contro il Napoli di Sarri che si muove a memoria i giallorossi hanno fatto una fatica immane per contenere le avanzate della squadra partenopea, rinunciando sistematicamente ad attaccare e a proporsi in avanti in maniera convincente. Ci sono volute due prestazioni maiuscole del solito Manolas e di Ruediger per contenere il pericolo azzurro numero uno, Gonzalo Higuain, non particolarmente ispirato ieri sera.
La Roma esce dal San Paolo con un punto e poco altro, certo non con la convinzione di poter dominare l'avversario vista la partita. Quinta in classifica (se il Sassuolo dovesse vincere nel recupero della partita contro il Torino supererebbe i giallorossi che scivolerebbero al sesto posto), scavalcata dalla Juventus, ma i risultati salvano Garcia.
Ora Pjanic e compagni hanno due gare prima della sosta: lo Spezia in Coppa Italia mercoledì alle 14.30 e il Genoa domenica alle 15, entrambe all'Olimpico.
I giocatori sono stanchi - anche perché sia a causa degli infortuni, sia per volontà del tecnico giocano sempre gli stessi (la gestione del caso Gervinho è emblematica in questo senso) - quindi l'obiettivo è quello di arrivare il prima possibile alla sosta per fermarsi e recuperare le forze. Soprattutto mentali. Compattarsi e fare gruppo, archiviando le urla e le litigate, il nervosismo che pervade lo spogliatoio (ieri è toccato a De Rossi prendersela con Sarri durante la partita).
La Roma ha un dannato bisogno delle sue ali per avere un minimo di brillantezza offensiva, senza di loro Garcia si affida ai lanci lunghi per Dzeko, abbandonato a se stesso. I giallorossi lasciano il San Paolo con un punto indubbiamente prezioso ma ne escono meno forti di quanto toccò all'Inter, tornata dalla trasferta partenopea con una sconfitta ma con molte certezze in più sul proprio valore. Il paradosso del risultato.