Romamania:| Trentasette giorni
Bravo Luis. Hai cambiato. Non sei un integralista, hai dato ascolto ai tuoi giocatori. Un confronto per capire. Appena in tempo. Le tue idee sono importanti, ma vengono dopo la Roma. E l'amor proprio. A Parma si sono visti meno giocatori fuori ruolo, meno possesso palla. Finalmente un centravanti a sedici metri dalla porta avversaria: Osvaldo. E' bastato, dunque, un vago ritorno alla normalità, per ottenere la prima vittoria. Trentasette giorni dopo la prima partita ufficiale. Un'eternità. I problemi, comunque, restano. E sono molti.
La Roma dei primi 45 minuti è riuscita nell'ardua impresa di essere la più brutta della stagione. Lenta, prevedibile, senza una chiara impostazione di gioco. Poi qualcosa è cambiato. Lobont ha iniziato a rinviare lungo e si è apprezzata una maggior determinazione in campo. Ma soprattutto si è visto un esterno comportarsi da esterno. Rosi (non Perrotta) ha crossato dalla destra. La torsione del Cipolla, pochi istanti dopo, è l'immagine di una Roma desiderosa di dare una svolta alla stagione: perchè va bene ottenere la supremazia territoriale, giocare in maniera totalmente diversa da tutte le altre squadre di serie A, ma senza vittorie si fallisce.
Osvaldo l'ha spizzata pianissimo. Il pallone non entrava mai. Il rallenty dà più gusto, soprattutto quando nella mente, in quegli istanti, passano in rassegna i mugugni di parte del pubblico e degli addetti ai lavori. Ha promesso venti gol, ora ne mancano diciotto. La voglia di dimostrare di esser pagato tanto, ma non troppo. Ma non soltanto. La soddisfazione di esser ascoltato e stimato dal proprio allenatore: ha chiesto continuità, la sta ottenendo. La sta ripagando. L'obbligo, da oggi, è continuare a crescere. Proseguire sulla via di Parma ed ottenere la prima vittoria in casa contro l'Atalanta. Poi ci sarà la sosta. Benedetta. Perchè la benzina nel serbatoio scarseggia e senza quella, ci si riferma subito.