Romamania: fra i colpevoli anche chi è rimasto a casa nel giorno più importante
Un secondo posto che poteva essere blindato contro il Napoli con una vittoria o perlomeno assicurato con un pareggio e invece la Roma è crollata miseramente, riuscendo solo a portarsi a casa un gol che vale la supremazia negli scontri diretti con i partenopei, maggiori rivali in questa corsa all'Europa che conta.
Nella capitale intanto è partita la caccia al colpevole. Il primo indiziato è Luciano Spalletti, reo di aver cambiato modulo in un momento delicato cambiando gli equilibri alla squadra e di non aver saputo dar respiro ai suoi attuando un maggior turn over nelle partite meno impegnative o a gara archiviata.
Sul banco degli imputati sale anche la società che non ha saputo rispondere ai chiari segnali d'aiuto lanciati dal tecnico a gennaio: "La squadra è corta, servono rinforzi". La risposta è stata Grenier che fino a quel momento aveva giocato qualche spicciolo di partita (ad agosto) con la sua vecchia squadra e Gerson mandato in prestito (sfumato all'ultimo giorno di mercato) e tornato a casa con la coda tra le gambe.
Infine, la mancanza di carattere di una squadra che ha mancato le due partite che maggiormente infiammano il pubblico romanista.
Ecco però, che alla luce delle tante critiche, nasce spontanea una domanda. Dove erano i tifosi della Roma nel derby di Coppa Italia e nel big match di sabato contro il Napoli?
Tolta la curva Sud - che comunque si è presentata a Trigoria nel pre partita contro i partenopei - che ha i suoi motivi, ampiamente spiegati nell'ultimo anno e mezzo per i problemi legati e barriere e multe, dove erano i tifosi della Roma? Nella partita che avrebbe deciso la corsa allo scudetto, lo scontro diretto con la concorrente principale ad anti-Juve, lo stadio Olimpico è stato popolato da poco meno di 30.000 spettatori. "Di appelli ne ho fatti fin troppi", aveva detto Spalletti in conferenza stampa. Probabilmente aveva ragione. Sarebbe rimasto inascoltato.