Prima Manolas, poi Nainggolan, quindi Pjanic, infine Antonio Rüdiger. I big della Roma sono sotto assedio e la situazione delle casse societarie non aiuta, con la data del 30 giugno che incombe a causa dell'accordo raggiunto con la UEFA nella scorsa estate. Il "piano B" di Sabatini, quello che prevedeva la cessione di 3 o 4 esuberi o giovani ritenuti sacrificabili, difficilmente andrà in porto. Troppo poco il tempo a disposizione per chiudere diverse cessioni, più facile provare a fare cassa con un solo big. E se uno dovrà partire, forse è auspicabile che sia Rüdiger. Il centrale tedesco è cresciuto moltissimo nella sua stagione giallorossa, specialmente dall'arrivo di Spalletti in poi: il tecnico, al suo arrivo nella capitale, ha svolto un lavoro personalizzato con tutti i difensori, lavorando addirittura sulla postura da tenere davanti agli attaccanti. L'ormai ex Stoccarda - la Roma eserciterà il riscatto, fissato a 9 milioni di euro - è stato quello che ne ha beneficiato di più, finendo sui taccuini di diversi grandi club europei. Ma se c'è una cosa che abbiamo imparato dalle ultime sessioni di mercato orchestrate da Walter Sabatini, è che un difensore è più sostituibile di un centrocampista. Marquinhos e Benatia sembravano perdite impossibili da assorbire, eppure la Roma non ne ha risentito più di tanto. Quindi, in caso di sacrificio, che sia Rüdiger il bene da immolare in cambio di un'offerta da far girare la testa. A patto, però, che non parta nessun altro e che si impari dagli errori del passato. Smontare e rimontare costantemente il giocattolo non aiuta la costruzione di una squadra vincente: la Juventus, nel momento di difficoltà più grande, è ripartita grazie ai suoi uomini storici, da Buffon a Bonucci, da Barzagli a Marchisio passando per Chiellini, Pogba e Lichtsteiner. Mantenere la stessa ossatura è fondamentale per crescere. Ora il bilancio chiama e la Roma dovrà rispondere, sperando che serva da lezione.