Romamania: e il mea culpa di Ranieri?
Vedi Napoli e poi perdi. Da solo. Esci sconfitto, perché non sono gli altri a vincere. Ranieri ha soffocato la sua Roma schierandola al San Paolo con un modulo improponibile ed eliminando durante il match le uniche due bombole d'ossigeno, impersonificate per l'occasione da Menez e Borriello.
Stavolta non ci sono dubbi. La partita l'ha persa Ranieri, perché gli uomini scesi in campo nel primo tempo hanno pareggiato 0-0, non soffrendo più di tanto i padroni di casa. Dalla panchina, a quel punto, sarebbe bastata una mossa tattica per aumentare le chance di vittoria. Risistemare la difesa a quattro, per esempio. Invece il tecnico ha deciso di togliere prima Menez - l'unico a detta degli avversari in grado di poter creare loro qualche grattacapo - e successivamente lo 'stanco' Borriello dopo i 27 minuti giocati contro il Cluj, anzichè Totti che, in Coppa, cinque giorni prima, aveva disputato l'intero incontro.
A partita persa, il solito umiliante balletto delle scuse. Ranieri, infatti, ha tentato di giustificare la scelta del 3-5-2 argomentandola con la mancanza d'esterni. A dire il vero, ieri pomeriggio ne ha giocato uno in più rispetto al solito: Cicinho, mettendo peraltro a disagio Cassetti nel ruolo di terzo centrale, porzione di campo in cui non ha mai brillato in tutta la sua carriera. Oltretutto nella prima frazione di gara ha tenuto centrale (e basso) Menez, anzichè sfruttare la sua velocità per eliminare dalla nascita i pericoli in atto dalle fasce del Napoli.
E così dopo nove partite, cinque sconfitte e sei moduli cambiati, non abbiamo ancora sentito l'allenatore della Roma, Claudio Ranieri, affermare: 'Scusate, è colpa mia'. Prima sono stati gli infortuni, quindi i campi di Trigoria, poi l'arbitro Russo, infine la mancanza di esterni. Allora preso atto dell'importanza di quest'ultimi, la domanda al mister sorge spontanea: perché avvallare in estate le cessioni di Cerci e Guberti, se intendeva disputare il campionato con il 4-4-2?