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    Romamania: passa il Real, ma la strada è quella giusta

    Romamania: passa il Real, ma la strada è quella giusta

    Ci hanno provato per sessanta minuti. E' mancata la precisione sotto porta, un po' di convinzione e un pizzico di fortuna. Ma la Roma è andata al Bernabeu a giocarsi la partita, a provare in ogni modo di centrare quella qualificazione che sembrava impossibile e che tale si è rivelata. Guidata dal suo condottiero coraggioso - Spalletti ha schierato la squadra più aggressiva possibile, con Salah, Dzeko e El Shaarawy alle spalle di Dzeko - la Roma ha seguito più o meno lo stesso canovaccio dell'andata, creando gioco e occasioni, punita dal solito Ronaldo dopo un'ora circa. 
    L'amarezza per l'eliminazione è tanta, ma la prestazione lascia ben sperare per il prosieguo della stagione. Questa Roma sa giocare a pallone, si diverte e fa divertire e non sembra nemmeno lontanamente parente di quella messa in campo da Rudi Garcia. Onore a Luciano Spalletti dunque che ha saputo far risorgere dalle sue ceneri una squadra svogliata e poco propositiva.
    Lo dimostrano i fischi contro il Bate Borisov al momento della qualificazione agli ottavi dal girone, trasformati in applausi dai 2500 arrivati nella capitale spagnola per sostenere i colori giallorossi. Una Champions League che la Roma lascia convinta di poterla ritrovare al termine del campionato, difendendo quel terzo posto e puntando anche qualche gradino più su. 
    Manca ancora la mentalità vincente, ma la strada è quella giusta. Possa essere questa la lezione che serve a far quel salto di qualità che potrebbe essere determinante. Proprio su quel tasto ha voluto lavorare Luciano Spalletti con la sua conferenza stampa post partita: la cultura della "sconfitta onorevole" deve abbandonare Trigoria, per vincere serve soprattutto la predisposizione mentale. Il resto verrà.

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