Romamania: obiettivo triplete, chi snobba è perduto
Il trauma di quell'1-7 ha portato giocatori e allenatore a compiere tanti errori causati dalla poca freddezza. Il dolore si è visto chiarissimo nell'immagine di Ljajic in panchina. In lacrime, pochi istanti dopo una sua azione imperiosa conclusa malamente. E' il serbo il giocatore rivelazione della Roma. Da talento svogliato poco incline al sacrificio, sta diventando un attaccante cinico, sempre elettrico e generoso. E il musone dell'anno scorso pieno di apatia si è trasformato in maschera di sofferenza, viva, intrisa di emozioni, simpatica ed empatica.
Uno stravolgimento, un'acquisizione di maturità positiva per il suo futuro e per la Roma che ora deve prendere esempio proprio da Ljajic. Si può cambiare, migliorarsi, se ci si crede. E una retrocessione in Europa League può essere benedetta. Gli avversari sono alla portata, si può crescere mentalmente e vivere un sogno. Scudetto, Europa League e Coppa Italia: l'imperativo è pensare al "triplete" per centrare almeno un successo. Lo snobbismo farebbe solo del male, il club ripiomberebbe nel grigiore di due anni fa e ricominciare tutto daccapo sarebbe un'impresa utopica.