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  • Romamania:| No surrender

    Romamania:| No surrender

    • Valerio Nasetti

    Il bubbone è scoppiato. Inutile girarci intorno. Le parole di Francesco Totti ('Ho rivisto il catenaccio, è normale che si perda così') rivolte a Ranieri al termine della partita persa contro il Bayern lasceranno degli strascichi. Inevitabilmente. Positivi o negativi, sta all'intelligenza delle persone che animano il 'Fulvio Bernardini' deciderlo.

    Innanzitutto sarà compito del tecnico far chiarezza. Prima con se stesso, poi con gli altri. In questa sua seconda stagione di Roma, dà continui segnali di resa. L'anno scorso ha preso una squadra in corsa e pur non sentendola sua, è riuscito grazie a notevoli sforzi ad arrivare ad un passo dallo scudetto. Oggi, dopo gli acquisti di Adriano, Borriello, Simplicio e la conferma di Burdisso, rinnega i suoi uomini, li ritiene degni di un campionato tra il terzo ed il sesto posto. Perchè? Probabilmente li vede deconcentrati per via delle vicende societarie. In questo momento alla Roma nessuno si sente sicuro del posto. Dal presidente (già consapevole di dover lasciare la poltrona) ai giocatori, passando per lo stesso allenatore. Le tre componenti in questione, allora, debbono far quadrato: non è lecito pensare di 'vivacchiare' fino all'avvento della nuova società. Si parla di professionisti milionari, dunque obbligati a pensare al presente. D'altronde, cinicamente parlando, meglio si dispongono, più opportunità future di lavoro avranno.

    In secondo luogo Ranieri dovrà rispondere sulle proprie scelte tattiche. L'anno scorso si è dimostrato genialmente camaleontico, ieri ha voluto a tutti i costi forzare un 4-4-2 completamente passivo, senza esterni di ruolo, e sotto di un gol anzichè provare una minima controffensiva ha optato per l'uscita dal campo di Totti in favore di Menez, una punta per un'altra. Sinteticamente questo fotogramma simboleggia, come detto sopra, la resa. Anticipata, preventiva. Come a Cagliari dopo il 2-1 di Matri. Guarda caso la stessa scena. Esce il capitano, ecco la capitolazione.

    In queste righe, sia chiaro, non si discute la sconfitta contro il Bayern. Si deve essere sportivi, i tedeschi sono più forti e lo hanno dimostrato. Si cerca di mettere in luce, anzi, il contorno di sfiducia che circonda l'ambiente, innescato dallo stesso allenatore. Come se la stagione scorsa abbia rappresentato il picco massimo e l'odierna sia sinonimo di transizione. A tale proposito, ieri, il numero due di Unicredit, Paolo Fiorentino, ha dichiarato rivolgendosi ai tifosi della Roma: 'Vi faremo sognare'. Il verbo coniugato al futuro, però ha lasciato un non so che di inquietante. Perchè i presupposti per sognare ci sono anche con l'attuale rosa. Via i musi lunghi, da parte le rivalse personali. 'No surrender' cantava Bruce Springsteen in una delle sue canzoni più celebri. Nessuna resa. Da oggi, si scende in campo soltanto per la Roma. 

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