Bradley, Balzaretti, De Rossi, Tachtsidis, Castan. I cinque infortunati di questo primo scorcio della stagione erano assenti nella prima parte di ritiro condotto da Zeman a Riscone. Piris e Destro sono legittimati a procedere con qualsiasi gesto scaramantico ritengano opportuno. Casualità o meno non è dato saperlo, tuttavia è da registrare la conferma della tendenza degli stop muscolari iniziata lo scorso anno.

Durante la passata stagione, gli addetti ai lavori diedero la colpa a Pol Caballenas, 23enne preparatore atletico di Luis Enrique. Se l'accusa dell'epoca era quella di aver impostato allenamenti troppo blandi, ora il concetto è completamente capovolto: coloro i quali hanno iniziato la preparazione soltanto da fine luglio stanno pagando lo 'scarto fisico' con i colleghi. I collaboratori di Zeman avrebbero dovuto modulare meglio i carichi su ogni singolo giocatore, personalizzare e non generalizzare, stigmatizza qualcuno.

Il caso più clamoroso riguarda Dodò: il brasiliano, reduce da una lesione al crociato, ha iniziato la preparazione al pari degli altri, peccato che si sia risvegliato con una gamba doppia rispetto all'altra. 'Colpa dei medici del Corinthians che lo avevano dato già per guarito' la giustificazione dello staff sanitario romanista, costretto a ricominciare da capo la riabilitazione. Morale: nelle prossime due o tre partite la Roma avrà sguarnita la fascia sinistra, e menomale che c'è il jolly Taddei a tappare ogni buco.

A gennaio il club avrà l'obbligo di rendere l'improvvisazione, il fato, una variabile sempre meno importante per i destini giallorossi. Acquistare un paio di difensori potrebbe essere una soluzione, ingaggiare invece Giuseppe Rossi ci sembra francamente stuzzicare un po' troppo la frenesia di scommesse in voga a Trigoria dai tempi di Adriano.