L'opportunista nello sport è colui capace di cogliere ogni occasione e di sfruttare gli errori degli avversari. Ebbene, stando ai precedenti della stagione in corso, la Roma non è da ritenersi idonea per questa speciale categoria. Anzi, storicamente le partite dall'esito favorevole più scontato si trasformano in una trappola letale. L'anno dopo la conquista dello scudetto, ad esempio, il club guidato da Capello non concede il bis per diversi stop contro avversarie già retrocesse o appagate: i più appassionati ricordano le trasferte di Venezia, di Lecce, uno squallido 0-0 contro un Milan soltanto lontano parente di quello attuale. Due anni dopo, invece, la strada si sfalda dopo la sconfitta interna contro il Bologna; successivamente nel 2007/08 la Roma spallettiana lascia tantissimi punti contro Empoli, Siena e Livorno. Infine, è la Sampdoria di Del Neri a concludere lo scorso 25 aprile il triste excursus.

Quest'anno l'obiettivo è più modesto - la qualificazione alla prossima Champions League -, ma altrettanto importante per il futuro della nuova società. Anche in questa circostanza la Roma si ritrova a rincorrere e quindi il raggiungimento della meta ambita non dipende esclusivamente da sé stessa. Una posizione infima, uno stato di riconoscibilità che perdura da oltre dieci anni. Per questo motivo nel prossimo futuro occorreranno calciatori sportivamente cattivi, scontrosi, e non primedonne  psicologicamente labili, come quelli attuali.

Perchè l'opportunista è un eroe negativo, un subdolo: un profilo non conforme ai tifosi della Roma, sempre fieri ed orgogliosi della propria fede. Per tale motivo, nella remota possibilità di una conquista del quarto posto, non ci sarebbe nulla di più sbagliato di un 'condono' alla rosa: adesso è il momento giusto per cambiare, di ritornare a percorrere quel cammino intrapreso e bruscamente interrotto nel 2001. Rialzati, Roma.