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Romamania: Mourinho ha ricordato Mazzone
Però, per la seconda volta la Roma li ha rimandati a casa. E lo ha fatto nel modo che più di tutti piace a chi è innamorato del pallone. Con un gol al 90° dell'idolo più acclamato e ancora una volta salvatore della patria. Dybala l'ha rimessa in piedi, gli altri hanno fatto il resto. Quel gol dopo aver incassato l'uno a uno che sembrava aver spaccato il mondo, è stato l'incipit di una notte da raccontare, mentre lo stadio e i giocatori mi sono, davvero, sembrati una cosa sola. Ecco, seguirla senza l'assillo del doverla raccontare sul giornale, mi ha concesso sfumature che altrimenti è impossibile cogliere. E quando il Faraone ha infilato dentro il 3-1 mi sono goduto il ruggito della gente, ho cercato di guardare quante più facce felici fossero intorno a me. Ho visto i sogni negli occhi dei bambini aggrappati a papà letteralmente fuori di testa per la gioia.
E lì mi sono ricordato. E' riaffiorato il perché la gente impazzisce per il calcio. Perché il coinvolgimento è totale oltre un rito pieno di magia. Perché se uno come Mou che ha vinto tutto, si alza dalla panchina e inizia a saltare, cantare e incitare le folle per la conquista di una semifinale, vuol dire che nessuno può resistere a questa magia. Mou mi ha ricordato il Carlo Mazzone col pugno a fendere l'aria che corre sotto la Curva Sud dopo il 3-0 alla fortissima Lazio dell'epoca, quella che ironicamente i tifosi della Roma definirono 'La Lazio degli scienziati'. Carletto non ha vinto nulla. Mou ha vinto anche cose che forse non esistono o sono il parto della nostra fantasia. Però, per un momento, sono sembrati uguali. Uomini felici per aver regalato una sogno ai propri tifosi.