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  • Romamania:| Menez, il problema è tuo

    Romamania:| Menez, il problema è tuo

    Fantasia e frenesia. Genio e sregolatezza di un talento ancora troppo acerbo. Jeremy Menez al termine di Fiorentina-Roma si è sfogato con un giornalista dell'Equipe: 'Montella è un bugiardo - ha inveito -. Mi è stato detto che c'erano delle cose che non potevo fare, che non si poteva giocare coi tre attaccanti. Tuttavia, dall'inizio della stagione, ho giocato in diversi ruoli e ho sempre partecipato ai compiti difensivi. Avrei preferito più franchezza'. E poi ancora: 'Da quando c'è il nuovo allenatore gioco di meno. Manca un mese e mezzo alla fine della stagione. Continuerò a lavorare come ho sempre fatto, poi si vedrà...'. E infine: 'Non escludo affatto una mia partenza a fine stagione. È da tre anni che sono a Roma, la gente mi conosce e sa come posso giocare'.

    Già. La gente e gli addetti ai lavori lo conoscono bene ed hanno preso atto che da tre stagioni non ha compiuto passi in avanti significativi. Un fenomeno in allenamento, mentre in campionato troppe volte si perde. Cosa occorre a Menez per diventare un campione? A Roma la risposta è scontata da sempre: la continuità e il cinismo sotto porta. Ma queste sono doti innate, se non le si possiede è praticamente impossibile introdurle e conservarle a lungo. Possono esistere allenatori di polso, come fu Capello per Cassano, ad aiutare il giocatore per alcuni periodi a mantenere la concentrazione ad alti livelli, ma per il resto si è condannati ad essere 'grandi' ad intermittenza ed a spaccare opinione pubblica e tifoseria.

    Oltretutto alcune dichiarazioni di Menez all'Equipe non corrispondono alla realtà. Innanzitutto commette un gravissimo errore dando al suo allenatore del bugiardo, per poi affermare lui stesso statistiche inesatte: 'Con Montella gioco di meno' le sue parole. Numeri alla mano, qualcosa non quadra. Il nuovo mister ha disputato sei incontri ufficiali. Di queste, il francese ha giocato le ultime due dal primo minuto (Lazio e Fiorentina), in altre tre è entrato in partita in corso (Bologna, Parma e Lecce), mentre contro lo Shakhtar in Champions non ha preso parte alla spedizione perchè squalificato. Ergo: è sempre stato preso in considerazione, nonostante non abbia mai dato l'impressione di poter essere decisivo, al contrario molto spesso è apparso apatico ed irritante.

    Dunque Jeremy, per essere giudicato un intoccabile, non occorre giocare bene per tre mesi. Hai tolto tante castagne dal fuoco in passato alla Roma, ma ciò non ti dispensa nel continuare ad essere un professionista. Se il mister talvolta ti preferisce Vucinic e o ti toglie in partita in corso, il problema è soltanto tuo. Allenati meglio e impegnati di più durante le partite. Con la Roma o con qualunque altra maglia, tu decidessi di indossare. Altrimenti anche lo stesso tifoso - che dici essere dalla tua parte - ti volterà le spalle. Perchè il bene e l'interesse supremo è sempre la squadra, mai il singolo.

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