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    Romamania: Mancini come Montero e Chiellini, chi fa la mammoletta...

    Romamania: Mancini come Montero e Chiellini, chi fa la mammoletta...

    • Paolo Franci
    Un abbraccio di solidarietà al – come si dice a Roma – 'poro' (povero) Kean, bersaglio di qualche geniaccio social che, mutuandolo alle cose romaniste, lo ha definito 'Più utile di Zaniolo'. Dai Moise, tieni duro, ma la battuta è decisamente divertente.  E un abbraccio forte, di quelli tosti, a Gianluca Mancini, ragazzone che incarna alla perfezione quei giocatori idolatrati in casa e profondamente detestati fuori le mura. Segno zodiacale ariete, il ragazzo di Pontedera, segno calcistico anche più tosto di un ariete, Mancini è di quella rara etnia che incarna alla perfezione più di un mantra pallonaro. E' uno di quelli che la maglia la bagna sempre di sudore. Uno di quelli che se i compagni la bagnano meno non si fa problemi a ululare in campo. Uno di quelli che sa quando è il caso di fare il gioco duro, innervosendo l'avversario. Uno di quelli che sbaglierà pure, ma sulla dedizione religiosa alla causa, nulla da dire, cavolo! Ricordo ciò che diceva Francesco Totti di Walter Samuel: “Ti menava al momento giusto”. Vero. Nessun paragone per carità! Ci mancherebbe altro! The Wall resta il difensore più forte che abbia visto giocare a calcio. Il più forte senza indugi. E Samuel, tra l'altro, non era così plateale come lo è a volte Mancini nel mostrare le zanne. Anzi. Mancini fa parte di quell'etnia pallonara che incanta la tifoseria di casa.

    Un po' di esempi? Montero della Juve, il laziale Radu, lo stesso Chiellini anche se più furbacchione, il caro vecchio Sergio Brio, ragazzi che incarnano la grinta della squadra trascinando i compagni, e a volte, finendo fuori dalle righe della foga agonistica. Chi, oggi, fa la mammoletta criticando Mancini per il suo modo di giocare, magari è lo stesso che ha il poster in camera o in ufficio del 'duro' della sua squadra. Questo perchè - come è giusto che sia, in fondo, sennò cos'altro sarebbe il tifo? - la faziosità è un diritto di ogni tifoso che si definisca tale. Non esserlo, sarebbe la negazione stessa dell'essere tifoso. 

    Detto questo, vado invece contromano sugli 'indignados' romanisti che si offendono perchè qualcuno sottolinea come, in fondo, la Roma abbia avuto un pizzico di fortuna contro la Juve, contando i tre pali e la vittoria in stile one shot, one kill. Eh sì amici, stavolta è andata bene su - al netto di una super prestazione a petto in fuori dei mourinhani - perchè il pari della Juve ci stava eccome. Così come, quel giorno contro il Napoli all'Olimpico, solo la prodezza di uno strepitoso Osimhen – unico tiro del Napoli o giù di lì – poteva sverniciare un pareggio scritto negli astri. Stavolta, la prodezza l'ha fatta Mancini, un gol al quale per un attimo non ha creduto neanche lui. Però è successo e qualcuno dice che il bello del calcio sia proprio questo: il saper sfuggire ad ogni logica e geometria. E sapete che c'è? Il bello è ancor più bello quando capita a te.

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