La Roma collassa e improvvisamente cala la maschera. Altro che bella e giovane. Brutta, involuta e dannata. Prima del ciclo terribile Udine, Firenze, Juventus e Napoli abbiamo chiesto alla squadra di darsi una credibilità. Questa non soltanto si è persa in campo, ma persino all'interno dello spogliatoio. Terapia di gruppo. Oggi Trigoria appare come lo studio privato immaginato da Carlo Verdone in 'Ma che colpa abbiamo noi?'. Dove la frase sembra uscire dalla bocca di Sabatini e Baldini. I calciatori e l'allenatore seduti in cerchio, ognuno con problemi e attanagliati da fisse. Resta da stabilire il ruolo della psicologa defunta. L'idea stessa della nuova società? Ci auguriamo di no.

La decisione di sospendere Osvaldo per dieci giorni è condivisibile, ma episodi del genere non dovrebbero mai accadere. La dirigenza della Roma ha costruito uno spogliatoio di giovani talenti, ma inconsapevolmente ha messo in moto un esercito di prime donne. Il grintoso Heinze, lo spavaldo Luis Enrique, lo spocchioso Osvaldo, il pivello Lamela. La polemica di inizio estate tra Totti e il tecnico, poi il caso Heinze, non sono stati altro altro che scosse di avvertimento prima del boom.

Protagonisti Osvaldo e Lamela. Non importa capire chi abbia ragione. Anche perchè entrambi hanno torto. Un chiarimento a voce si è concluso con le mani. Si parlava di rivoluzione culturale, non si è in grado nemmeno di ascoltarsi l'un altro pacificamente. Ma che colpa abbiamo noi, penseranno pure i tifosi. Al pugno di Osvaldo preferisco quello fermo del club, anche se tardivo. E mi auguro non ci sia nessuna amnistia alle porte. I comportamenti violenti vanno repressi. Ma un po' di prevenzione dalle fondamenta non guasterebbe.