Romamania:| Lo stadio a Viola, la curva a Sensi
Ci siamo. La Roma e i suoi tifosi avranno una loro casa. Grazie anche soprattutto agli appoggi finanziari e alla supervisione della politica. A qualcuno fischieranno le orecchie: ma è così che va il mondo, queste sono le regoli attuali. Probabilmente sarà a Tor di Valle, unica area rimasta in corsa secondo le indiscrezioni giornalistiche. Il sito è di Parsitalia, del proprietario Luca Parnasi, che con tutta probabilità andrà ad acquisire una percentuale del socio Unicredit.
Fin qui i discorsi cinici, di business. Un passaggio inevitabile, affinché possa avere sfogo la passione. Uno stadio alla tedesca, un'acustica straordinaria, 60mila posti. Sessantamila prima file davanti al campo. La voce di Roma forte e chiara, come quella di Pasquino. Il dodicesimo uomo, quello che ad esempio secondo Gianni Rivera è sempre mancato ai giallorossi: 'Quando giochi all'Olimpico il pubblico non si sente'. Non sarà più così.
Un pensiero oggi va a Dino Viola, al primo presidente a credere ad una possibilità di un nuovo impianto per il calcio a Roma, e un altro va a Franco Sensi, che ha reincentivato la discussione una decina di anni più tardi. Un sogno rimasto vivo, nonostante la grottesca presentazione della figlia Rosella di uno stadio mai esistito. Dedichiamo loro questo monumento: il nome dello stadio a Dino Viola, una curva a Franco Sensi. Pensiamoci.
Un plauso va a Pallotta, al suo team e alle istituzioni italiane che fino ad oggi hanno lavorato con coscienza e serietà. Concludo con una suggestione: una partita di Totti, fosse pure quella di addio nel 2016, dentro lo stadio dei tifosi (come lui) sarebbe la conclusione ideale di un'utopia, forse l'unica, che ha avuto il merito di trasformarsi in realtà.