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    Romamania: la storia non cambia mai

    Romamania: la storia non cambia mai

    La Roma annoia gli avversari e poi li trafigge nella ripresa. E’ la costante di questo inizio campionato: Livorno, Verona, Parma e Lazio sono state sconfitte dopo quarantacinque minuti di possesso palla, di attesa. I giallorossi sono una squadra paziente, sanno che prima o poi il gol arriva. Perchè le loro difficoltà in campo posso essere semplificate da Garcia in panchina. Con il Parma toglie Ljajic, nel derby lo mette. In entrambi i casi ci indovina. Perché l’ingresso in campo del serbo ha dato l’ingrediente dell’imprevedibilità, fondamentale in una squadra di serie A.

    Da derby a derby, la rinascita della Roma. Quella del 26 maggio era un assembramento casuale di undici giocatori senza guida. L’ultimo sussulto di un’utopia rimasta tale. In estate il club ha recuperato i soldi, smontato i pezzi e ricominciato daccapo. A testa bassa, con modestia. Ha preso un allenatore scartato nel 2011 e con le cessioni ha ricavato il denaro necessario per rifondare la rosa. La Roma perse il derby di coppa a causa di una papera di Lobont, al suo posto ieri c’era De Sanctis. Andreazzoli in panchina sbagliò approccio e formazione, Rudi Garcia invece è un punto di riferimento per i giocatori. Così, ad esempio, Balzaretti dopo le figuracce rimediate lo scorso anno si è potuto prendere la sua rivincita. Lui, De Rossi, Totti, Pjanic, Florenzi, Castan: tutti i superstiti hanno trovato la giusta sintesi con i nuovi e azzittito i cugini. Quei parenti si sono divertiti per un paio di anni, ora la ricreazione è finita. Che rientrino in classe ad imparare la storia. Perchè quella non cambia mai.

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