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    Romamania: la squadra ha già espulso il corpo estraneo. Zaniolo, se nessuno vuole pagare 30 milioni un motivo c'è...

    Romamania: la squadra ha già espulso il corpo estraneo. Zaniolo, se nessuno vuole pagare 30 milioni un motivo c'è...

    • Paolo Franci
    Una vittoria importante, solida, costruita ancora una volta su quel giocatore unico che è Paulo Dybala. Un genio. Che lui fosse l'uomo che fa la differenza lo si sapeva. E non solo per i risultati o la qualità in zona offensiva, ma anche per i suoi compagni, intesi come singoli. Tammy is back, ad esempio, perchè Paulo is back. Avere accanto Dybala significa aumentare le possibilità di vittoria ma anche di risorgere. E questo sta succedendo con Abraham, tornato ai suoi livelli dopo aver vissuto mesi e mesi da comparsa o poco più.

    Le vittorie aiutano a dimenticare e in un certo senso, il caso Zaniolo – ci mancava no? - assorbe un bel po' di interesse della platea romanista, anche se poi, passando per le parole di Mou a quelle di Tiago Pinto la situazione sembra essere più chiara del previsto. E cioè: Zaniolo vuole andar via e, da quel che si è capito, si atteggia anche un po' a giocatore che ha la fila di pretendenti che invece non ci sono. Di sicuro, Mou si sentirà tradito, considerando che è in piena corsa Champions anche per le questioni juventine e certo avere uno Zaniolo in più non avrebbe guastato. Però parliamo di un giocatore che vorrebbe un contratto in stile Pellegrini o Tammy senza aver dimostrato di valerli. Zero gol e assist quest'anno, prestazioni opache, atteggiamenti discutibili al punto di aver perso anche la Nazionale, è bene ricordarlo.

    Ricordo anni fa, un'intervista che feci a uno dei giocatori più intelligenti con il quale mi sia capitato di chiacchierare, Christian Panucci. Un gran professionista, pure con il suo ben caratterino eh, ma lucido e concentrato sugli obiettivi comuni e personali. Mi spiegava, parlando di un suo compagno di allora che chiedeva la luna al club senza aver dimostrato in proporzione, come nel calcio chi chiede senza dimostrare faccia poca strada. «Il calcio – mi disse - alla fine è un mondo semplice basato su fatti e risultati: dimostri e chiedi, poi dimostri ancora e magari chiedi di nuovo. In mezzo però, devi vincere». Brutalmente sintetico. Poi, parlando della differenza tra calciatori forti, fuoriclasse e coloro che credono di esserlo tra eccessi, bizze e capricci – lui era alla Roma all'epoca – mi disse: «Di calciatori forti ne vedo tanti, a i fuoriclasse è semplice riconoscerli perché si misurano dal collo in su...».

    La testa. La testa è tutto. Qualcuno dice che Zaniolo se la sia montata un bel po'. Di sicuro rispetto allo spensierato e sorridente giovanotto che studiava da grande giocatore, quello attuale è cupo, nervoso, probabilmente sospinto da convinzioni sulle sue qualità che ha soltanto lui e il suo entourage. Nel match contro lo Spezia – e non è un caso che abbia segnato il suo sostituto, El Shaarawy – la Roma ha dato quasi l'impressione di aver espulso una specie di corpo estraneo, un solista molto concentrato su sé stesso e poco sul ben di squadra. Mou dice che resterà qui e l'impressione è che così potrebbe andare a finire per mancanza di acquirenti. E se così fosse, per Zaniolo sarebbe un segnale crudo e inequivocabile, sul quale riflettere: se nessuno vuol pagare una trentina di milioni per un talento del genere, alla fine un motivo ci sarà no?

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