Romamania:| La seconda vita di Cicinho
Da 'mela marcia' a titolare. E' la strana storia di Cicinho, che domani sarà chiamato a disputare la più importante gara di questo scorcio di stagione dal primo minuto. Lui e la Roma accomunati dallo stesso destino. Se i giallorossi steccheranno in Svizzera, Cicinho dovrà abbandonare i suoi sogni di gloria e trovarsi una sistemazione a gennaio. In caso contrario potrebbe essere la svolta. Per il brasiliano sarà una sorta di 'sliding doors' a distanza di un anno e mezzo.
Era l'8 marzo del 2009, una domenica: sole e pioggia si danno il cambio formando nel cielo un arcobaleno di sensazioni. Da lì a tre giorni si sarebbe giocata Roma-Arsenal, ritorno degli ottavi di Champions League, la finale programmata all'Olimpico. Il brasiliano vive il momento più fulgido della sua storia in giallorosso, corroborato da un gran gol contro il Genoa qualche settimana prima. Ma in quella maledetta domenica, a Trigoria, si stanno disputando gli ultimi minuti di una partitella in famiglia. Un soffio di vita, poi il crack. Rottura del legamento anteriore: Cicinho già conosce quel dolore.
Allora l'agonia riaffiora e la mente riprende a ricordare. Al suo arrivo a Fiumicino nel 2007 lo attendono 3.000 tifosi romanisti, adesso gli stessi non saprebbero ricordarsene il motivo. Cicinho arriva dal grande Real Madrid - anche lì si ruppe il crociato, poi si riprese -, tanto che si pensa possa rappresentare quel definitivo salto di qualità tanto ambito da Spalletti. La sua avventura nella Capitale, invece, si rivelerà costellata di alti e bassi: bravo ad attaccare, una sciagura a difendere. Durante la scorsa stagione, nei mesi post-infortunio, sembra ai più un ex giocatore, oltretutto mortificato da un ambiente che si concentra più sulle sue prestazioni in campo che nel lodarne la forza di volontà. 'Don't surrender, Cicero' ripete a sè stesso.
Quest'estate, però, la stessa dirigenza gli volta le spalle provando a svenderlo per l'Europa senza successo, qualcuno lo paragona addirittura ad una 'mela marcia'; poi all'improvviso una luce fioca. Cicinho riappare sullo sfondo di quel Roma-Arsenal: mentre Tonetto si appresta a calciare l'ultimo rigore, il brasiliano è disteso dolorante su un lettino di Villa Stuart, braccato dal timore di non poter più correre lungo un campo di calcio. Domani, il destino gli presenterà la seconda possibilità. Se non dovesse fallirla, si aprirebbero le porte per una sua 'seconda carriera' alla Roma. E quei 3.000 di Fiumicino, forse, torneranno a ricordare.