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Romamania: la disabitudine a vincere è la peggior nemica. Senza Conference sarà fallimento. Per fortuna c'è Mourinho
E invece qui la dieta è di quelle da prova costume tutto l'anno, si sa. Quindi, quando ti succede che rincorri una finale europea - magari neanche puntandoci troppo all'inizio (sennò sei gol col Bodo col cavolo che li avresti presi) perchè l'obiettivo era provare a puntare il quarto posto – ecco che la disabitudine diventa la peggior nemica della concentrazione sugli altri obiettivi, anche se poi, ce ne fossero di distrazioni così eh!
E succede quel che è capitato col Venezia e si spera non capiti col Torino, venerdì prossimo. Cento occasioni e non buttarla dentro: sembra il titolo di un instant book sul pallone e, invece, è quel che è accaduto all'Olimpico. A pochi passi dallo stadio – a proposito – negli istanti in cui la Roma non riusciva a metterla dentro neanche con le mani, c'era qualcuno che è invece l'esempio mondiale della fame di gloria: Novak Djokovic. Nole ha asfaltato Ruud e s'è preso la finale. Insaziabile campione. Lui, sì, è un Liverpool della racchetta.
Abbiamo però una certezza, la solita: Mou. Lui sa come caricare la squadra in vista di Tirana. E' roba sua. E sa come caricare tutti noi. Lo ha fatto anche a margine di un'altra serata grigia in campionato. Ha giustamente ricordato come il popolo romanista, per passione ed entusiasmo, sia paragonabile a quello di una squadra che sta vincendo un titolo e non una che rischia di finire ottava in campionato.
Certo, se non ci fosse Tirana sarebbe stata una stagione orrenda, la peggiore degli ultimi anni, certo. Però Tirana c'è e allora pensiamo al meglio e non al peggio. Anche perchè Mou ieri una notizia ce l'ha confermata: i Friedkin l'hanno preso per provare a costruire una squadra da scudetto. Una squadra che, va detto, deve essere migliorata un gran bel po'. Però è bello che Mou e il club siano lontani anni luce dalle spacconate e le strombazzate della precedente gestione. Perchè il sacro principio a mio parere, sacro ed inviolabile, resta quello di non prendere in giro la gente. Quella gente che ieri ha festeggiato la squadra in quel modo, neanche avesse vinto lo scudetto.