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    Romamania:| L'arte di giocare male

    Romamania:| L'arte di giocare male

    Nessuna idea, soltanto improvvisazione. Così si possono vincere delle partite, ma in fondo difficilmente ci si arriva. Tuttavia anche ieri sera ha vinto il teorema Ranieri: i più bravi entrano nel secondo tempo. A dire il vero esiste, in tal senso, un'antica credenza del giornalismo sportivo. Un trucchetto per scoprire chi alla fine avrà la meglio: confrontare la forza delle due panchine. Ieri in quella della Roma figuravano nomi del calibro di Taddei, Vucinic e Menez. E proprio quest'ultimi due nella ripresa hanno dato un'impronta di freschezza alla manovra giallorossa. Una squadra altrimenti totalmente passiva, non in grado di costruire una trama offensiva.

    La Roma, di quest'anno, ha vinto tutte le sue partite grazie alle giocate dei suoi campioni. Il credo del mister è molto semplice: 'Io sistemo la difesa, in attacco pensateci voi'. Ieri il reparto arretrato si è tenuto in piedi grazie alla buona vena di Burdisso e Mexes coadiuvati dall'egoismo di Zarate. In avanti sono bastati i primi sette secondi giocati da Menez per capire che sarebbe stata un'altra storia rispetto al primo tempo, con buona pace di un Adriano ancora troppo 'gonfio' per esser considerato un calciatore di serie A.

    Ranieri, alla fine, tuttavia, è riuscito a dare alla propria squadra una propria carta d'identità, un proprio talento: l'arte di giocare male. L'estetica non è in grado di immaginare una versione peggiore rispetto alla Roma 2010/11. D'altra parte il mister dice bene: 'In Italia non è importante giocare bene o male'. Certo, ma un piano B nelle partite in cui i propri giocolieri non sono in vena, bisogna pur sempre averlo. Altrimenti, citando lo stesso allenatore giallorosso, 'lo sai dove ti mandano'.ì.. 

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