Romamania:| Decisamente immaturi
La Roma è fuori dalla lotta scudetto. Cinque schiaffi a San Siro e tutti a casa. Senza colpo ferire, con il minimo sforzo. I nerazzurri, ieri sera, hanno offerto una vera e propria lezione di calcio ai giallorossi. Organizzazione e cinismo, proprio ciò che manca agli uomini di Ranieri. Una squadra piatta che si affida alle invenzioni degli inaffidabili Menez e Vucinic. Questo campionato sarà ricordato come quello delle occasioni perse. La miglior rosa in assoluto delle venti partecipanti al torneo, si ritrova al settimo posto in classifica dopo 24 giornate, fuori sia dall'Europa che conta sia da quella che importa poco.
I motivi di questa defaillance sono molteplici. Il primo è l'assenza di una società: i calciatori sono i veri padroni di Trigoria. Adriano parte e va in Brasile a festeggiare il suo compleanno, Pizarro si va a curare in Cile e a due mesi di distanza ancora non si allena con il gruppo, Mexes prende due giornate di squalifica alla vigilia di due partite fondamentali (Inter e Napoli) per avere insultato il quarto uomo e a Trigoria lavorano per il suo rinnovo, dulcis in fundo capitan Totti, a tre giorni del big match di Milano, viene lasciato andare a Venezia per partecipare ad un evento pokeristico e torna con la febbre.
La dirigenza avalla qualsiasi tipo di atteggiamento. Compresi quelli di Claudio Ranieri. Il mister durante la settimana è inavvicinabile. Non parla con nessuno, fa allenare i suoi ragazzi un'oretta al giorno senza provare uno schema. Dà la formazione iniziale a poche ore dal fischio d'inizio, senza concedere spiegazioni agli esclusi. Il sistema di turnazione tra gli attaccanti - e della rosa in generale - è a casaccio. Da agosto a gennaio propone in campo due punte sulle sette a disposizione perchè 'la squadra non ne sopporta di più', mentre a Milano opta per inserire tutti e tre i convocati, lasciando scoperte le fasce e concedendo all'Inter infiniti spazi per colpire in rimessa.
Tutto è casuale e senza una logica nell'ambiente Roma, compresi i risultati. D'altronde in assenza di spina dorsale, il settimo posto è il giusto riconoscimento da attendersi. A maggio la resa dei conti, ma ora testa bassa e dietro la lavagna. La maturità non passa di qui.