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    Romamania: i muscoli del capitano, la grinta di Strootman

    Romamania: i muscoli del capitano, la grinta di Strootman

    Ci pensa lui, ancora una volta. La Roma sbanda di nuovo, per la quarta volta consecutiva la salva un ragazzino di quasi 40 anni col giallorosso tatuato addosso e il numero 10 come marchio distintivo. Nel momento della prima flessione dell'era Spalletti, è Francesco Totti a prendere nuovamente per mano i compagni. A Genova si era messa male, è bastato il suo ingresso per tornare a sorridere. Il siluro scagliato contro il malcapitato Lamanna è la scossa che i compagni aspettavano, la firma finale di El Shaarawy permette ai giallorossi di rimanere in scia per il secondo posto, sperando in un passo falso del Napoli che, per il momento, non si è verificato. 
    Nella serata dell'impatto finalmente positivo di Dzeko - suo l'assist per il definitivo 2-3 - e dell'ennesima ottima prestazione di Szczesny, anche stavolta decisivo con le sue parate, c'è però un rientro che vale più dei tackle di Nainggolan, delle chiusure di Manolas, delle invenzioni di Perotti. La Roma riabbraccia Kevin Strootman e lo fa per 90 minuti più recupero, come forse nessuno avrebbe osato sognare alla vigilia. L'olandese deve ancora recuperare al meglio, questo è ovvio, ma la "lavatrice" si è rimessa in moto. Grinta, pressing, giocate intelligenti, leadership. Quanto è mancato Strootman a questa Roma. Secondo o terzo posto, l'auspicio è quello di ripartire da lui, da un giocatore che, prima dell'infortunio, era in grado di fare la differenza anche con le piccole cose. 
    Restano 180 minuti, contro il Chievo già salvo e un Milan che definire allo sbando sarebbe un pallido eufemismo. La Roma ha l'obbligo di portare a casa sei punti e aspettare. E se si dovesse mettere male, c'è sempre quel ragazzino di quasi 40 anni. Guardalo nella notte che viene, quanto sangue nelle vene. Il capitano non tiene mai paura.

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