Getty Images

Romamania: i buoni propositi per il 2016
C'è però un nome che torna periodicamente a infiammare il tifo romanista: lui sì, sarebbe il sogno. L'addio di Mehdi Benatia non è andato giù alla piazza, il leader difensivo della prima Roma di Rudi Garcia sembrava incarnare il prototipo del giocatore ideale per una città attratta irresistibilmente dalla figura di un "uomo forte": il suo ritorno a gennaio è praticamente impossibile, ma permetterebbe una svolta dal punto di vista tattico - in coppia con Manolas la Roma potrebbe anche tornare a essere una squadra più offensiva rispetto a quella vista nelle ultime uscite, quando per mascherare le insicurezze difensive Garcia ha dovuto abbassare drasticamente il baricentro dei suoi - e dal punto di vista della personalità.
L'attuale difensore del Bayern Monaco è stato l'uomo più significativo della prima annata del tecnico francese, insieme a un centrocampista venuto dall'Olanda che sembrava poter essere la pietra da cui partire per costruire una Roma da scudetto. Gli infortuni hanno privato i giallorossi di un perno come Kevin Strootman e l'altro grande sogno di gennaio è legato al suo nome: un rientro in pianta stabile del colosso olandese sarebbe una spinta decisiva per una squadra che a volte si specchia troppo.
Il terzo sogno può far discutere ed è rivolto soprattutto a giugno. L'ultimo allenatore capace di vincere uno scudetto a Roma è stato Fabio Capello. Un personaggio spigoloso, inaccessibile, duro, anche antipatico a molti. Per il futuro, per una Roma vincente, forse serve un profilo simile. E non c'è nessuno che ricordi quel Capello come Antonio Conte. Buona parte del tifo romanista non gradirebbe l'arrivo del commissario tecnico azzurro, ma le vittorie restituirebbero il sorriso anche ai più scettici.