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    Romamania: è il calcio, bellezza

    Romamania: è il calcio, bellezza

    • Valerio Nasetti
    Juventus-Roma è stata una grande partita di calcio. I giallorossi l'hanno persa, perché ancora troppo pivelli. I padroni di casa l'hanno vinta grazie al cinismo, virtù dei forti. La Roma ha perso la partita perché Gervinho e Pjanic hanno sbagliato due gol facili facili. La Juventus l'ha vinta perché Tevez dal dischetto è infallibile e perchè Bonucci ha siglato un gol da fantascienza. E' il calcio, bellezza. E tu non puoi farci niente. Il resto sono soltanto chiacchiere. E meno se ne fanno e meglio è, basta e avanza il nervosismo vissuto in campo.

    I novanta minuti di Torino sono stati eloquenti: la distanza tra Juventus e Roma si è assottigliata molto rispetto all'anno scorso. Si vedrà un campionato più equilibrato e un altro scontro diretto incandescente nella capitale. Dispiacciono le parole di Totti. Perdere una partita a cinque minuti dalla fine è dura da digerire, l'amarezza è tanta. L'augurio è che sia soltanto una reazione di getto. Mai mollare. La Juventus rimane lì ad un passo. Credere nel secondo posto, come obiettivo massimo raggiungibile, è un'ammissione di inferiorità. E' uno scaricare le colpe verso entità terze.

    L'unica possibilità per la Roma di vincere lo scudetto, di continuare la propria scalata, è piuttosto l'autocritica. Ha giocato una buona partita contro i campioni d'Italia, ma ha pur sempre commesso tanti errori. Tecnici e di ingenuità. Una sconfitta deve rappresentare un momento di riflessione. Per migliorare, settimana dopo settimana. Dimenticare il direttore di gara, i guardalinee, gli arbitri d'area e il quarto uomo. La priorità è concentrarsi sui propri limiti. Da abbattere, per vincere. Altrimenti, sì, si arriverà sempre secondi. Nella migliore delle ipotesi.
     

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