Romamania:| Ma dove avete la testa?
Cambiano gli allenatori e il sistema di gioco, ma la solfa è la stessa. La differenza tra una buona e una grande squadra la fa in gran parte la psicologia. Quella dei giocatori della Roma di certo non è tra le più invidiabili. La concretezza, il cinismo, la tenacia: tutte componenti andate perdute nel momento delle dimissioni di Fabio Capello. Da nove anni a questa parte si parla di black-out, di rimonte subite, di punti persi. Per crescere occorre modificare l'atteggiamento mentale.
I punti non sono mai persi, in classifica si ha quel che si merita. Se la concentrazione non è alta per tutti i novanta minuti, è giusto uscire dal campo con un magro bottino. La Roma contro l'Udinese si è fatta rimontare per l'ottava volta in questa stagione. La prima con Andreazzoli, le altre sette con Zeman. Quattro di queste avevano portato addirittura una sconfitta (Bologna, Udinese, Parma e Lazio), tre un pareggio (Sampdoria, Inter e ancora Bologna).
In tutte queste partite la squadra giallorossa, dopo aver sbloccato il risultato, ha cercato per qualche minuto di incrementare il proprio vantaggio per poi, alle prime difficoltà, spegnersi gradualmente fino a rimonta avvenuta. Il gioco di Zeman accentuava questi rischi ma per tre volte se ne è tratto beneficio: da una situazione di svantaggio sono arrivati un pari con il Catania all'esordio e due vittorie contro Genoa e Siena in trasferta. Con Andreazzoli è stato ribaltato il punteggio sull'Atalanta.
Tra rimonte subite e quelle effettuate, il passivo è di dieci lunghezze. La Roma quindi avrebbe avuto l'opportunità di essere, in questo momento, a 54 punti, cioè al secondo posto in classifica. E' proprio vero. La differenza tra una buona e una grande squadra - dicevamo - la fa in gran parte la psicologia. E quella non la si compra durante il calciomercato.