Roma-Juventus è la partita che conduce verso la storia. La vigilia giallorossa appare molto simile a quella dell’ultimo precedente all’Olimpico. Si giocava di lunedì sera. Luis Enrique era all’ultima spiaggia, la squadra reduce da una sconfitta per 3-0 contro la Fiorentina. Una gara terminata in ‘otto’ e alla quale non prese parte Osvaldo, punito per il pugno rifilato a Lamela nello spogliatoio di Udine. Già, Osvaldo. Proprio lui. Quel match rappresentò una svolta. La Roma giocò una gran partita, passò in vantaggio con De Rossi e poi fu raggiunta da Chiellini. Osvaldo non segnò, ma riprese a farlo dalla domenica successiva a Napoli.

Fu il primo di una serie di risultati utili consecutivi, che si interruppe un mese e mezzo dopo, guarda caso proprio contro la Juve in Coppa Italia. Basta soltanto questo precedente per far capire come questa partita abbia una importanza maggiore rispetto alle altre. Perché il risultato sarà in grado di condizionare anche gli impegni successivi. Come oggi, quella Roma era una squadra decimata. Molti tifosi già rassegnati alla sconfitta. Juan, Gago e Bojan squalificati, De Rossi centrale di difesa, un ruolo possibile anche in vista di sabato, considerata l'assenza di Castan.

Proprio Capitan Futuro è l’autore degli ultimi due gol giallorossi contro la Juve all’Olimpico. Una statistica interessante, considerando che il suo personale tabellino recita ancora ‘zero reti’. Un’anomalia nella sua carriera. Ci vorrebbe una bella vittoria, magari con la firma sua e di Osvaldo per stemperare le polemiche e restituire all’ambiente un po’ di fiducia. Perché sabato la Roma avrà due strade: o la risurrezione, o l’invisibilità del centro classifica.