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    Romamania: crisi d'identità

    Romamania: crisi d'identità

    • Valerio Nasetti
    Lenta, stordita, spaesata. Il punto di riferimento in avanti non sapeva ancora nulla della Roma e l'altro al suo fianco era appena tornato (come il primo) dall'Africa. Senza allenamenti sulle gambe, ma con tanti festeggiamenti in corpo. Non certo una vita d'atleta quella condotta da Gervinho e Doumbia da lunedì a venerdì scorso. Eppure erano in campo con la motivazione di poter essere utili alla causa. Certo, con il senno del poi si ha sempre ragione. Tuttavia considerato il gran momento di forma e autostima di Verde e la crescita di Sanabria si sarebbe potuto tovare loro qualche minuto in più in campo, risparmiando gli ivoriani per la partita di giovedì contro il Feyenoord.

    Così con due attaccanti su tre fuori fase e orfana dei "cervelli" Totti, Maicon e Pjanic la Roma si è ritrovata inevitabilmente spenta, senza energia. E' inutile cercare spiegazioni chissà dove nel momento negativo e ignorare o aver paura della verità: i giocatori e Rudi Garcia hanno poche colpe. Quando tutta la stagione è costellata di infortuni è difficile (o impossibile) trovare un amalgama di squadra e mantenere la condizione fisica su livelli standard. La testa, l'orgoglio non basta più se è in corso una crisi d'identità. Occorrerebbe resettare tutto e ricominciare daccapo, ma sarà possibile soltanto da luglio.
     

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