Romamania:| Confusa e infelice
Una goccia inonda il cielo, lo sa benissimo Julio Baptista. Dopo 88 minuti di siccità ha avuto l'opportunità di farla sgorgare al Tardini e donarla ad Okaka, ma ha guardato dalla parte opposta. Correva a testa bassa il brasiliano, ed una smorfia sul viso sorprendeva il suo alone di malumore. Confuso ed infelice, come tutta la Roma. In campo si regge sui nervi, si aggrappa al destino e non alle idee per costruirsi una vittoria.
Non occorre una preparazione atletica discreta per assicurarsi i tre punti, servono gioco e disposizione mentale, elementi che scarseggiano in casa giallorossa. Ah sì, dimenticavo il fattore 'c'. Durante la partita, gli uomini di Ranieri non sono riusciti nemmeno a solleticarlo, incapaci di arrivare a 20 metri da Mirante con un Taddei e Perrotta persi nell'immediata vigilia.
Una confusione ed un'infelicità impressa nei volti di chi scende in campo dal proprio condottiero, Claudio Ranieri. Tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo, in una gara da vincere, ha deciso di togliere due delle tre punte messe in campo preferendo opporsi allo schieramento avversario piuttosto che valorizzare il proprio. Atteggiamento da provinciale. Punto in trasferta e passa la paura, avrà pensato. Come a Napoli, Ranieri ha frenato la squadra.
Se mi trova d'accordo la sostituzione di Vucinic (il montenegrino è fuori condizione), mi lascia perplesso sia il suo sostituto, Baptista (meglio subito Okaka), sia la scelta di togliere Totti per Simplicio in modo da contrastare più efficacemente Dzemaili (non Xavi). Il capitano della Roma oltretutto fungeva da collante tra il centrocampo e Borriello, il quale nella ripresa si è trovato senza quei rifornimenti, che nella prima parte dell'incontro tuttavia non era mai stato in grado di sfruttare, marcato stretto da Paletta (avessi detto Baresi).
A fine partita il ds Pradè, comunque, si è detto 'felice di non aver preso gol' difendendo questo momento. Evidentemente allo stato attuale lo spettacolo inscenato al Tardini è il massimo che può offrire la Roma. Lui, talmente confuso da credere di essere felice.