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Romamania: Ranieri si merita un aiuto dal mercato
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Tanto a Milano quanto a Roma, sono decisivi i minuti di recupero. De Vrij a San Siro e Angelino all’Olimpico annullano la possibilità di allungo del Napoli sull’Inter, consentendo alla squadra di Inzaghi di mantenere invariata la distanza rispetto alla banda di Conte.
Che la Roma in casa sia un’altra squadra, è fatto ormai ben noto. Otto risultati utili tra campionato e coppe davanti al proprio pubblico. Un percorso che forse non basterà a ridare un significato alla stagione - almeno in Serie A - ma che non fa che aumentare i rimpianti per quei cinquantatré sventurati giorni di gestione Juric durante i quali tutto è stato reso pressoché vano.
Il problema resta quello che i giallorossi combinano quando sono ospiti in casa altrui. Il che non lascia ben sperare in vista della trasferta di Coppa Italia contro il Milan, specialmente contro lo stellone portoghese che sembra da lassù vegliare sulla testa di Sergio Conceiçao.
Volendo mortificare semplificandolo il filosofo Hegel, se la Roma in casa è la tesi, lontano dall’Olimpico è la propria antitesi. E la sintesi non può che essere una squadra a metà, che veleggia tanto distante dai posti di vertice quanto da quelli pericolosi per la permanenza in Serie A.
Ma dalla partita contro il Napoli, la squadra di Ranieri lancia un altro segnale. Non tanto al campionato quanto a se stessa. Il pareggio arrivato nei minuti di recupero grazie al secondo goal consecutivo di Angelino ai danni della capolista pesa più in negativo su quest’ultima che non in positivo per i giallorossi, che però escono una rinnovata consapevolezza, utile per il resto della stagione e dei due percorsi ancora aperti nelle coppe.
Certo ad aiutare il tecnico e il suo organico, sarebbe stato quantomeno gradito un aiuto dal mercato.
Ma i ritardi ormai sistemici della gestione Friedkiniana, della quale Florenti Ghisolfi si è fatto perfetto propagatore e profeta, non hanno consegnato alla rosa risorse utili a rendere meno netto il divario tra la Roma e le sue competitor in ogni competizione.
Se Samuel Beckett fosse vissuto a Roma, avrebbe probabilmente scelto Trigoria come ambientazione per il suo “Aspettando Godot”. Tanta attesa per qualcosa che non arriva mai. Che sia un ds, un allenatore per il domani, un CEO o semplicemente un attaccante migliore di Shomurodov come alternativa a Dovbyk.
In attesa della conclusione della finestra di riparazione, i giallorossi possono consolarsi con la presa di coscienza di essere tornati a rappresentare un pensiero in più anche a chi si presenta con un bagaglio tecnico ben più pesante di fronte a lei.
Per il resto, non sembra esserci fretta. Almeno per i Friedkin.
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8nfatti aiuti dal mercato non sono giunti. Al massimo due toppe, tanti per tenere la barca a galla.