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Romamania: comunque andrà, grazie Ranieri
E invece, ripetiamolo, è arrivato questo Signore della panchina, Claudio Ranieri, il romano più british della terra - e il Leicester non c'entra, questione di stile - chiamato a Roma da Totti e De Rossi per dare vita al triumvirato, se non della riscossa, certamente della speranza. Intendiamoci: nessuno ha dimenticato i tonfi con la Spal e soprattutto il Napoli. Per primo non li ha dimenticati Ranieri, che però sta compiendo un piccolo capolavoro: è riuscito a tenere alta la motivazione di una squadra che si stava dolcemente abbandonando allo sbando. Ha convinto quei giocatori fiaccati da 43 infortuni muscolari in stagione (44 con De Rossi), dal crollo degli obiettivi e tutto il resto, che si poteva ancora fare. Che c'era ancora qualcosa da inseguire, anche se pareva un puntino lontano. Poi, come accaduto praticamente di continuo in questo campionato, chi si pensava dovesse scappare in classifica - dal Milan alla Lazio - è scivolato più di una volta. E la condanna all'anonimato giallorosso s'è trasformato in speranza di agguantare – incredibile – quel maledetto posto in Champions. Chiariamo: della Roma vista con l'Udinese ci sono da salvare poche cose. La compattezza di squadra, l'elettricià di El Shaarawy e il suo splendido assist, il gol di Dzeko, l'ingresso di Pellegrini, la partita di Marcano schierato da terzino e poco altro. E, soprattutto, i tre punti. L'unica cosa che conta e che, soprattutto, è tornata a contare nella testa dei giocatori grazie a Sir Claudio Ranieri.