Romamania: Chiffi è scarso e Mou non sbaglia sul rigore su Zaniolo. Ma dietro il ko con l'Atalanta c'è dell'altro...
Divertente, Mou, quando racconta di aver parlato con Chiffi sul rigore Demiral-Zaniolo. La spiegazione per il tiro dal dischetto non concesso sarebbe nella mancata caduta di Zaniolo. Detto che per regolamento non è assolutamente così – cioè, l'interruzione fallosa di un'azione offensiva in area non deve essere per forza accompagnata dallo svenimento in area... - lo Special One trova il modo per ironizzare a modo suo, raccontando come addestrerà i suoi a tuffarsi in piscina per cadere in area e ottenere un rigore che, effettivamente, ci poteva stare eccome. Detto questo però, non si può liquidare Roma-Atalanta come una partita segnata da errori arbitrali.
Sul fatto che Chiffi sia scarso, lo testimonia la gestione della gara e, soprattutto, dei cartellini, non il singolo episodio che, per carità può capitare. Mi spiego: liquidare Roma-Atalanta come figlia legittima di sconquassi arbitrali, oltre che non vero, sarebbe anche pericoloso, perchè fornirebbe a squadra e allenatore un confortevole alibi sul quale poggiare. Piuttosto il problema è là davanti, dove la Roma sembrava esser messa meglio in avvio di stagione. Se il Gallo Belotti – che pure con l'Atalanta è apparso in crescita evidente sul piano della condizione – ha la sua robusta giustificazione nel fatto di essere arrivato all'ultimo momento e con una preparazione non ottimale, da Tammy Abraham ci si aspetta di più molto di più, logico.
Così come da Zaniolo, che pur fermato da un infortunio ha la tendenza a voler risolvere le partite da solo. Anche Pellegrini non è nella miglior condizione (anzi) di forma. Resta Dybala, bloccato da un maledetto acciacco muscolare proprio in un momento di forma scintillante. Paulo ha risolto le magagne offensive della Roma. Si è visto in campionato, si è visto in Coppa. Però non può essere un alibi e, soprattutto, difficile digerire il fatto che all'Atalanta sia bastato un tiro in porta e la difesa a oltranza per vincere la partita. Questo vuol dire che le magagne offensive dipendono anche da una già palesata prevedibilità del gioco. E se in molti si sono affannati nel dipingere una sconfitta come la miglior partita della Roma, beh...
In generale, sto con Mou – eccome – quando si avvelena per la scarsa cattiveria dei suoi là davanti. Piacersi troppo, nel calcio, non porta mai così lontano. Un elemento, questo, sul qual meditare durante la sosta.
Sul fatto che Chiffi sia scarso, lo testimonia la gestione della gara e, soprattutto, dei cartellini, non il singolo episodio che, per carità può capitare. Mi spiego: liquidare Roma-Atalanta come figlia legittima di sconquassi arbitrali, oltre che non vero, sarebbe anche pericoloso, perchè fornirebbe a squadra e allenatore un confortevole alibi sul quale poggiare. Piuttosto il problema è là davanti, dove la Roma sembrava esser messa meglio in avvio di stagione. Se il Gallo Belotti – che pure con l'Atalanta è apparso in crescita evidente sul piano della condizione – ha la sua robusta giustificazione nel fatto di essere arrivato all'ultimo momento e con una preparazione non ottimale, da Tammy Abraham ci si aspetta di più molto di più, logico.
Così come da Zaniolo, che pur fermato da un infortunio ha la tendenza a voler risolvere le partite da solo. Anche Pellegrini non è nella miglior condizione (anzi) di forma. Resta Dybala, bloccato da un maledetto acciacco muscolare proprio in un momento di forma scintillante. Paulo ha risolto le magagne offensive della Roma. Si è visto in campionato, si è visto in Coppa. Però non può essere un alibi e, soprattutto, difficile digerire il fatto che all'Atalanta sia bastato un tiro in porta e la difesa a oltranza per vincere la partita. Questo vuol dire che le magagne offensive dipendono anche da una già palesata prevedibilità del gioco. E se in molti si sono affannati nel dipingere una sconfitta come la miglior partita della Roma, beh...
In generale, sto con Mou – eccome – quando si avvelena per la scarsa cattiveria dei suoi là davanti. Piacersi troppo, nel calcio, non porta mai così lontano. Un elemento, questo, sul qual meditare durante la sosta.