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    Romamania: chi è Gervinho?

    Romamania: chi è Gervinho?

    Contro la Juventus e il Verona ha vinto da solo. Colpi di tacco, assist e gol di prepotenza, un messaggio a chi iniziava a storcere il naso dopo qualche partita sottotono. A proposito, ma qual'è lo standard di Gervinho? Diciamo che l'ivoriano è uno 'specialista' all'interno del gioco del calcio. Ovvero è un professionista della corsa, degli scatti, del dribbling e degli assist. Questi compiti li svolge egregiamente, è un elemento di rottura nel tatticismo del campionato italiano. E' la caratteristica in più che può disporre la Roma, rispetto a tutte le altre squadre di serie A. Ma da buon 'specialista', quando gli vengono date altre responsabilità risponde come un turista di passaggio sul terreno di gioco.

    Sbaglia dei gol incredibili e il suo sorriso si trasforma in una smorfia di disagio. Il palo in Roma-Catania, il tacco mancato contro il Livorno (pochi secondi prima del gol di Destro) o il suono dell'ansia prodotto dalla curva Sud quando si presenta davanti al portiere sono già entrati nella leggenda, ma è sbagliato considerarlo un attaccante discontinuo come tanti altri passati da Roma. Il riferimento è a Cassano, Vucinic o Menez. No, Gervinho, al contrario, ha un rendimento costante per quelle che sono le sue capacità. L'ultimo momento di appannamento va ricondotto alla riabilitazione dopo l'infortunio.

    Dopo aver riconquistato la forma è stato sempre il migliore in campo e ha realizzato un paio di gol decisivi nel giro di cinque giorni. Per metterli a segno ha bisogno di non pensarci troppo. A Verona ha siglato il 2-1 grazie all'istinto: ha avuto poco tempo per riflettere a causa della pressione dei difensori gialloblu e quando ha avuto l'opportunità ha calciato. Così come al Bologna alcuni mesi fa: dribbling a rientrare e pallone sotto l'incrocio dei pali. E' fatto così: istinto e velocità. Il cinismo lo lasciamo a Destro e a Totti. A ciascuno i propri talenti, a Garcia il merito e l'onere di mandare in campo la squadra sfruttando al massimo le potenzialità di ognuno. Così la Roma può agguantare la Juventus.

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