Romamania: bufera colpa dell'arbitro, ma Sabatini non può cadere dal pero. Avete sentito Mou? Specialissimo One
Paolo Franci
Entro nella polemicona innescata da Walter Sabatini sulla 'veemenza' della panchina romanista, con una riflessione, partendo dal racconto di Mourinho, dalle sue scuse alla Salernitana per quel collaboratore tecnico che, dileggiando gli avversari toccando il dolente tasto della retrocessione, ha scatenato la bufera tra le due panchine. Credo che questo non sia altro che la conseguenza di cattivi maestri arbitrali o comunque della tollerata abitudine alla parolaccia di calciatori e tesserati a bordocampo. Va bene far finta di non sentire, a volte, in campo – sennò le partite finirebbero tre contro tre – ma certe cose si contengono e si limitano solo con un intelligente uso dei cartellini. E ripeto: intelligente uso. Cioè: se qualcuno esagera, prima giallo e poi, se non capisce, rosso. Troppa tolleranza, quando l'adrenalina scorre a fiumi come domenica pomeriggio, non è mai una buona scelta, soprattutto nel pallone. Poi, che Walter Sabatini, uomo navigato, faccia quello che cade dal pero sulle cose di pallone mi sorprende parecchio. Ricordo, ad esempio, quando nella As Roma della gestione Garcia – e il ds era Sabatini – alcuni si davano di gomito ammiccando alle astute scelte di Rudi – a tutt'oggi e per distacco, assieme a Spalletti il miglior allenatore romanista dell'era pallottiana – tipo quella di scegliere la panchina all'Olimpico laddove naviga il guardalinee. Il motivo sarebbe stato quello di potersi lamentare nel modo più diretto possibile con la squadra arbitrale, marcando a uomo quel signore con la bandierina. Così si narrava all'epoca nelle segrete stanze trigoriane. Il calcio di oggi è (anche) questo e il fatto che Sabatini, ripeto, faccia l'uomo che cadde sulla terra, mi lascia interdetto. Non c'è bisogno di frequentare la Serie A. Basta capitare per sbaglio in una partita di ragazzini delle scuole calcio, dove c'è quel genitore o quel cattivo maestro che dice al giovinotto come gestire un contrasto con l'avversario ("Buttati per terra che ti dà il fallo!") o situazioni di gioco dove la lealtà sportiva lascia spazio alla furbata. E comunque, non per dire, ma abbiamo assistito a un rarissimo esempio di sportività, con le scuse ripetute e pubbliche di Mourinho alla Salernitana. Ecco, forse Sabatini avrebbe dovuto esaltare questo, se non in presa diretta con Dazn perché era a caldo, ma una volta saputo dell'atteggiamento supersportivo dello Special One, specialissimo nell'occasione. Tutto questo non cancella la brutta partita della Roma che, mi sono convinto ormai, deve però avere qualcosa di speciale tanto quanto il suo allenatore. Non può più essere un caso il modo in cui ribalta le partite in extremis giocando su agonismo e temperamento laddove il gioco – in particolare quando manca Pellegrini, va detto – latita. E ora, sotto con il Bodo, dandogliele di santa ragione, ma solo nel senso più sportivo della definizione, sia chiaro. Anzi, chiarissimo.