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Romamania: basta crocifiggere Dzeko, con lui Fonseca si comporti come fece Trapattoni con Matthaus
Fonseca dice che non è vero, che non vuole che Dzeko chieda scusa davanti a tutta la squadra – e la cosa mi rinfranca: trovo assolutamente ridicola una roba del genere tra uomini adulti e di sport. La vedo bene in una scuola elementare... - e che sono invenzioni. Ok, d'accordo, ma allora perché Dzeko è fuori squadra? Perché si allena da solo? E cosa serve allora per ricomporre la vicenda? Stiamo parlando del giocatore di maggior spessore e classe della Roma e non dell'ultimo arrivato. Altra domanda: perché Dzeko non ha mai avuto problemi con gli allenatori precedenti e ora sì? E in ogni caso, un giocatore che si 'avvelena' come ha fatto lui per il modo umiliante (e impotente) in cui la Roma ha prima perso il derby e poi la faccia con lo Spezia, sarà criticabile e censurabile nei modi, in caso avesse esagerato con reazioni e parole, ma in ogni caso non è uno che se ne frega. Semmai, è un capitano che 'sente' la situazione fino a perdere il controllo, ammesso che l'abbia perso. Ora che si vuole fare? Dopo aver tentato di portare a casa l'operazione di mercato (Sanchez) che a fatto impallidire certe idee di Monchi cosa si vuole fare? Dzeko lo crocifiggiamo fino alla fine della stagione o lo si utilizza per tornare in Champions? E comunque, ha ragione lo zio Bergomi quando ricorda come un grande allenatore sia tenuto a gestire i grandi giocatori in un grande club. Sennò, sarebbe troppo facile mettere fuori questo o quello ogni volta che sbatte la porta dello spogliatoio.