Romamania:| Da Arnold a Houdini
Fabio Simplicio e Jeremy Menez. Le due facce di una Roma vincente. Arnold e Houdini. Il sorriso ed il mistero, la spensierata leggerezza e l'intricata cupezza. Arnold segna e ride. Anzi ride e segna. La sua bocca si allarga e i suoi occhi brillano quando scorge il pallone di Riise arrivare non si sa come sul suo destro. Il divertimento è al culmine quando stoppa il pallone, già conosce l'esito della storia. Palla in fondo al sacco e via al ballo.
Non esistono cerimoniali né palazzoni fastosi del '700. E' estate: se si chiudono le palpebre, si può ascoltare Rio, il mare, la samba. Un dolce suono, dopo le note stonate dei mesi scorsi: è in sovrappeso, al massimo può rivelarsi utile come pedina di scambio per arrivare a Behrami, lo svizzero sì utile al 4-4-2 di Ranieri. Arnold nel sentire questi discorsi
avrà mugugnato: 'Che cavolo stai dicendo Willis?'. Tempi difficili, senza ghigni. Ha saputo attendere ed ora sta dimostrando ciò che vale anche alla platea della Capitale.Come Jeremy. Il solitario. Il fantasista più cupo al mondo. L'allegria del suo calcio in contrapposizione con il proprio volto. Corpo e mente come i poli magnetici di una calamita. Che si attraggono. Houdini, allora, si alza in volo, senza sbattere le braccia, assunto per raccogliere il pallone servitogli dal suo capitano. C'è un problema, davanti a lui si palesa Pasqual: è il momento della magia. Per un attimo, Houdini fa sparire pallone ed avversario. La sfera poi ricompare e la fa scivolare comoda comoda sul sinistro di Borriello.
E' in quel momento che l'illusionista ritorna essere uomo e si lascia abbracciare dai suoi compagni. Tra loro c'è anche Simplicio. Ride. Houdini risponde con un qualcosa simile più ad una smorfia. Un emozione che si dissolve subito. Un'illusione. Ce ne saranno altre. Accorrete gente, il mago giallorosso vi aspetta domani sera a Torino per la prossima esibizione.