Calciomercato.com

  • NTB/AFP via Getty Images
    Romamania: all'Olimpico può succedere di tutto. Anche cancellare la 'quaglia' di Rui Patricio o il tragicomico Vina

    Romamania: all'Olimpico può succedere di tutto. Anche cancellare la 'quaglia' di Rui Patricio o il tragicomico Vina

    • Paolo Franci
    C'è l'Olimpico. Pieno. O giù di lì. Non succedeva da una vita e ha ragione, Mou: nessun dorma se la Roma avrà la spinta della sua gente. Quella spinta che in Europa, tante volte ha fatto la differenza. Ho avuto la fortuna di frequentare l'Olimpico europeo fin da ragazzino. Ho vissuto emozioni pazzesche come quelle di Roma-Colonia della stagione dello scudetto di Liedholm, 2-0 Iorio-Falcao dopo aver perso in Germania 1-0. Erano gli ottavi della defunta Coppa Uefa e dalla Curva ho visto la rete gonfiarsi dopo la bomba su punizione di Di Bartolomei e il colpo di testa vincente di Iorio. E ho visto la rete gonfiarsi di nuovo dopo lo stop di petto e il tiro sotto la traversa di Falcao a due minuti dai supplementari. Imprese per le quali si piangeva di gioia, a quei tempi.

    E poi ho vissuto rimontone assurde, da Roma-Dundee che varrà la dolorosa finale di Coppa Campioni fino all'incredibile Roma-Barcellona, passando da ragazzo con l'abbonamento a uomo che fa il suo mestiere raccontando lo sport. E che bello quel Roma-Brondby del novembre 1995. Si sognava con Fonseca e Balbo e Cappioli, Moriero e Giannini. E, soprattutto, c'era un giovanissimo Francesco Totti con la maglia numero 11, se la memoria non mi frega. Un ragazzino neanche ventenne che segna il gol dell'1 a 0 e dà il via ad una grande rimonta, dopo l'1-2 dell'andata a Copenaghen. Dopo 11 minuti segna lui, poi Balbo, poi loro fanno 2-1 a un soffio dalla fine. Supplementari? No no, ci pensa quello che poi sarà il Capitano della Roma. Colpo di tacco di Totti a smarcare Carboni che fa 3-1. Questo per ricordare che certe imprese contro squadre di certe latitudini la Roma le ha giù compiute.

    E che bello che era l'Olimpico strapieno, con quel suo ruggito inconfondibile ad ogni gol! Era un altro calcio, senza social e quell'irraggiungibilità dei calciatori che oggi ti appaiono solo attraverso Instagram o i ferrei contratti tv. All'epoca gli telefonavi a casa e facevi un'intervista, per raccontarli ai tifosi. Vabbè, altri tempi e si rischia di essere fin troppo retorici. Invece qui ci vuole sostanza. Brutale come quella di Mou che ai microfoni di Dazn dice: «In semifinale ci andiamo noi», sacramentando sul «campo di plastica» sul quale – ha ragione – si pratica un altro sport. Ci vuole una Roma diversa da quella che a Bodo ha giocato col freno a mano tirato. Questa è stata l'impressione netta. La mia naturalmente. Cioè mi è sembrato che la squadra volesse controllare invece di accelerare. Poi, certo, se ci si mette anche la sfiga e i volatili, tipo la quaglia di Rui Patricio, il giocatore con maggior esperienza internazionale che storto e goffo prende quel gollonzo, pur deviato eh. Eppoi il tragico Vina. Tragico in quell'intervento inutile che provoca la punizione. Tragico quando, meschino, la devia in porta. Tragicomico quando imbeccato in area la spara non si sa dove. Serataccia nera, ma si rifarà. E magari proprio lui chissà.... Perche in certe notti all'Olimpico, quando è pieno della sua gente, può succedere di tutto.

    Altre Notizie