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Roma-Viktoria Plzen, le pagelle di CM: Dzeko torna bomber, Kluivert è Just in time
Roma
Olsen 6: I primi applausi della sua nuova gente se li prende quando imbocca il tunnel dopo il riscaldamento. Una bella botta di felicità che spalma su tutta la partita con qualche goccia di eccessiva sicurezza. Come al 38’ quando coi piedi per poco non combina un pasticcio.
Florenzi 6,5: Gli piace di più fare il terzino, ormai ci dobbiamo arrendere. E lo si vede pure oggi visto che le cose migliori le fa in fase di copertura deliziando la platea pure qualche numero “coatto” (nel senso buono del termine) che fa sempre effetto. Bravo pure a dialogare con Under su una fascia che comincia a funzionare. Ha l’occasione per fare un regalo a nonna ma a fine primo tempo si divora un’occasione d’oro.
Fazio 6,5: Krmencik non è il cliente più facile del mondo, ma lui per larghi tratti della gara lo fa sembrare poco più che un roccioso centravanti anni ‘90. Stavolta, rispetto al derby, evita pure figuracce. Pian piano sta ritrovando la divisa meglio stirata, quella del Comandante perfetto.
Jesus 6: Insieme a Fazio ritarda un paio di chiusure orizzontali, e non dà sempre la sensazione di certezza assoluta. Detto ciò svolge il compito di copertura senza far prendere un raffreddore a Olsen e non facendo rimpiangere più del dovuto Manolas.
Kolarov 6,5: Dito rotto e derby nel cassetto. Stringe i denti e parte con l’assist per Dzeko prima di concedere qualche metro di troppo ai cechi. Stasera non deve far granché per alimentare il mito di Aleksandar Magno, in fondo il capitolo più bello lo aveva scritto appena 3 giorni. Un bel cross per la testa di Under (spinto da dietro) lo mette comunque a rapporto. (29’st Lu. Pellegrini 6: esordio assoluto in Champions, non sarà l’ultima vista la garra che ci mette)
Nzonzi 7: La festa post mondiale è ufficialmente terminata. Il polipo di La Garenne-Colombes getta inchiostro sulle idee avversarie e coi lunghi tentacoli arpiona e serve a Dzeko un gran pallone. Dicono sia macchinoso, in realtà è un andamento lento voluto che permette alla squadra di ragionare con maggiore calma. Cresce Steven, sembra un cobra incantatore.
Cristante 6,5: Restano lui e pochi altri in fila allo sportello dei riscatti personali. Bryan si ritrova in trincea con Nzonzi dove può brillare meno in fase di inserimento, ma con la giusta voglia di non far rimpiangere De Rossi. Tira fuori una prestazione di personalità, con pochi errori e tanto sudore. Di Francesco può ritenersi soddisfatto.
Under 7: Ha il 100% di batteria e il navigatore inserito. Destinazione? La porta di Kozacik. Spesso però trova la strada trafficata, altre volte è lui a sbagliare direzione ma quando al 29’ coglie l’incrocio da 30 metri pure Siri fa un “ooo” di ammirazione. Ancora più precisa la destinazione Dzeko: cross al bacio, e gol del bosniaco. Arriva a meta dopo un’ora: 3-0 e tutti a casa. (29’st Schick ng: si mette esterno, regala due bei movimenti e nulla più)
Pellegrini 7: L’eroe del derby si riporta sulla trequarti per cercare la prima gioia in Champions. Non trova il gol, ma trova una nuova avventura in un ruolo che già aveva ricoperto in passato. L’inizio è a testa alta, poi però sbaglia qualche palla di troppo in verticale. Un tempo si sarebbe depresso, ma oggi no. Al 44’ scodella per Florenzi un pallone da 10 puro, poi si ripete per Under e stavolta son dolori per i cechi. (29’st Zaniolo ng: un bel quarto d’ora di crescita e tanta voglia di farsi notare)
Kluivert 7: Per la prima volta sente la musichetta della Champions in piedi in mezzo al campo. Non si emoziona affatto. Sguscia come una spigola appena pescata nelle mani di un bambino. E quando vede lo spazio giusto cerca sempre l’imbeccata per i compagni. Sta crescendo pure tatticamente e strappa applausi per un recupero su Reznik. A JK manca solo il gol per far partire la musica dance. Eccolo, al 73’. Accendete le casse.
Dzeko 7,5: Dopo il tacco, ecco la punta. Ecco Edin Dzeko che al 3’ interrompe il digiuno e torna bomber d’Europa contro la squadra che aveva già strapazzato nel 2016 e che aveva affondato pure quando vestiva la maglia del City. Ecco il bomber che al 40’ stoppa di petto e spacca la porta per la settima perla ai poveri cechi.
Di Francesco 7: Cambia qualcosa, ma non tutto. Non cambia la voglia della Roma di riprendersi quella che si è persa pure in Europa. Ora la manovra dei giallorossi è fluida, senza paura, quasi troppo facile per come avviene. Possibile che un ritiro possa cambiare così le sorti di un club? Sì, ma non è possibile sempre partire con l’handicap. Una sola nota stonata: visti gli impegni alle porte, qualche cambio in anticipo non farebbe male.
Viktoria Plzen
Kozacik 5,5: Viene abbattuto dal ciclone Dzeko, ma evita più volte il tris giallorosso con parate non banali. Il voto si abbassa quando respinge sui piedi di Kluivert il pallone del poker.
Reznik 5: Ha una occasione d’oro al 18’ ma di testa manda abbondantemente a lato. Dietro soffre la doppia vitamina K: Kolarov e Kluivert.
Hejda 5: Kluivert gli sguscia ovunque, e quando si sposta su Dzeko nessuno se ne accorge.
Hubnik 4,5: Prova a far valere il fisico, ma ci rimette solo in salute e straperde lo scontro con Dzeko.
Limberski 5,5: Difficile stare dietro ai continui cambi di direzione di Under, ma quando spinge è un bel treno.
Prochazka 5: Si lascia incantare da Nzonzi e resta spesso schiacciato sulla sua metà campo.
Hrosovsky 5,5: Qualche azzardo in più rispetto al compagno di reparto, ma pure lui è poca roba.
Zeman 5: Da queste parti quel cognome pesa come un macigno. Zdenek faceva divertire, Martin all’inizio fa sorridere solo Kolarov. Poi si sposta al centro e si rende insidioso. (26’st Ekpai ng)
Horava 5: La voglia non gli manca. Insegue Kluivert e Cristante senza lesinare qualche legnata perdendo così però qualche tempo di gioco offensivo. (19’st Kolar 5: entra a partita compromessa e non fa niente per cambiarla)
Kovarik 5: Prova a spalleggiare Krmencik, ma i suoi tentativi durano il tempo di una mangiata al fast food.
Krmencik 5,5: Fa paura dopo 12 minuti quando arriva come un treno su un pallone dalla destra. Poi si riporta al capolinea e non parte più, ma non era facile. (32’st Reznicek ng)
Vrba 5: Troppa normalità per una Roma in ripresa. Schiera un 4-2-3-1 che somiglia più a un 4-5-1, e affonda sotto i colpi della squadra di Di Francesco.