Roma:| Vietato vendere le stelle
Non si consigliano cortei o cori di gioia, però qualcosa di buono si è visto: la Nazionale si esprime meglio delle squadre di club; ha più coraggio; sta offrendo uno stile proprio.
E’ poco? No, è molto. Non essendoci al momento giocatori che fanno la differenza, che Prandelli si appoggi al gioco e che il gioco non lo tradisca va a merito suo e dei calciatori che lo assecondano. Un errore, secondo noi, ha commesso il tecnico: affidarsi, anima, cuore, parole e musica, ai due calciatori che Lippi aveva lasciato a casa, provocando la reazione dei bar italiani: Cassano e Balotelli. Le persone, se cambiano, lo fanno in età matura, modellate dai tanti schiaffi che la vita regala. Pensare che i due talentini potessero trasformarsi subito in bravi collegiali ci è parso un veniale peccato di presunzione; come a dire: so io come si fa. Balotelli viene mollato persino da Mancini, che sul ragazzo ha giocato la carriera. Mentre Cassano, riserva cicciottella al Milan, viene dai media trattato peggio di quanto non meriti. In Slovenia ha dato ciò che aveva: per quanto ci riguarda, larga sufficienza. Se poi qualcuno pensa che Cassano sia un fenomeno a livello internazionale, è un altro discorso e non riguarda il ragazzo, ma chi sbaglia i giudizi. Nell’insieme, ci accontentiamo. Anche perché è evidente una cosa: la Nazionale migliore sarebbe quella con Daniele Conti, Colucci, Migliaccio, Nesta, Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Perrotta, Di Natale, Di Vaio, Pellissier, Inzaghi, Totti e Del Piero, ma Prandelli ha scelto un’altra strada e c’è da criticare.
Quante se ne dicono, cantano e scrivono sulla Roma. Che l’arrivo dei paisà d’America sia un avvenimento storico, niente da dire. Si fosse registrato in altro modo, capiremmo anche entusiastici moti popolari. Riteniamo, alla vigilia dell’incoronazione, che si debba invece ricordare quanto segue: 1) il lungo periodo dei Sensi è stato il migliore nella storia della Roma; 2) la trattativa va avanti dall’età della pietra; 3) zio Tom e i suoi comprano solo il 60 per 100 del 67 per 100, pari al 40 per 100 della Roma; 4) a occhio, si tratta di un ottimo affare; 5) non è vero che la banca voglia tenere il 40 per 100: cerca acquirenti altrove; 6) avvocati, galoppini e portaborse fanno a gara a chi parla (a vanvera) di più per una citazione giornalistica; 7) girano troppe voci e discordanti. Dunque, direte? Dunque, non vediamo l’ora che tutto sia compiuto e solo allora andremo a pesare i nuovi proprietari. Ai quali non chiederemo di comprare la luna, ma dai quali pretenderemo che non cedano le stelle: ringiovanire è una cosa, capitalizzare un’altra. A quanto pare, Montali vorrebbe confermare gli attuali tecnici e non solo per evitare l’impatto con Baldini. Partire con certezze, non ci sembra una cattiva idea: chi c’è, sa come muoversi con un pattino nel mare in tempesta.