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  • Roma, UniCredit:| Cordata Usa okay

    Roma, UniCredit:| Cordata Usa okay

     

    Ottimismo e avvisi. Il giorno del (completo) ritorno della delegazione UniCredit da New York la vicenda Roma segnala un paio di punti fermi:

    la bozza di accordo per la cessione del club è confermata, in attesa che lunedì (ma se si slittasse nessuno si scandalizzerebbe) arrivi dalla cordata Usa all’advisor Rothschild, guidata da Thomas R. DiBenedetto, la proposta vincolante che sarebbe valutata insieme all’altra in avvicinamento, quella di Angelucci. Nonostante si sussurri che l’advisor abbia simpatie italiane (e pressioni politiche pare siano giunte sulla banca), UniCredit è stata ben impressionata dai 5 imprenditori statunitensi, nonostante l’avviso che lanciano al mondo del tifo è chiaro: niente campioni, ma valorizzazione dell’asset e magari nel medio periodo rivenderlo.

    Fair play In attesa dell’arrivo del fair play finanziario, la partita si giocherà sulla ricapitalizzazione, che sembra l’asso di Angelucci. Il gruppo Usa vuole spendere sui 130 milioni, pretende UniCredit nell’azionariato per circa il 25% e ricapitalizzerà per una ottantina di milioni (50 il minimo). Angelucci intende spendere sui 90 milioni per il club (con grandi dilazioni) e ricapitalizzare per un centinaio. Meno soldi alla banca e molti al club. Troppo facile, si sussurra da Uni-Credit, perché lo stesso ragionamento, in modo più efficace, potrebbero farlo i DiBenedetto Boys. Comunque, dopo il caso Fioranelli del 2009 (arrestato ieri in Austria per truffa e aggiottaggio), le verifiche non mancano. Giungono voci di un legame di DiBenedetto con il turco Adnan Sakli, ora cittadino Usa, indagato in passato ma considerato «oggetto di interesse per la sicurezza nazionale» , che si era detto essere dietro ai falliti acquisti di Bari e Venezia. Impressioni? Meglio attendere. E occhio alle polpette avvelenate.

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