Roma, troppi manager:| Unicredit vuole sfoltire
Svolta alla guida della Roma calcio. Domani pomeriggio è in calendario il consiglio della società che, secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarà incentrato sulla semplificazione del vertice operativo dove ci sono Mark Pannes, super amministratore delegato, Claudio Fenucci ad, Franco Baldini dg e il direttore sportivo Walter Sabatini. Sembra che Pannes sia stipendiato da Raptor fund, il fondo del presidente del club giallorosso James Pallotta, arrivato ieri nel tardo pomeriggio a Ciampino in vista del cda di domani e degli incontri che avrà a Trigoria. Ieri sera ha cenato con Baldini e l'avvocato Mauro Baldissoni per fare il punto: 'Mi fido di questa squadra, ci riprenderemo'. Oggi vedrà a pranzo Fenucci e avrà un colloquio istituzionale per il nuovo stadio. Ma la Roma paga la Raptor in base a un contratto di consulenza. Gli altre tre top manager percepiscono una retribuzione di 600mila euro annui ciascuno, cioè 1,8 milioni complessivi netti più i bonus
La cabina di comando viene ritenuta troppo affollata da Unicredit, socio al 40% della Neep holding, la società di cui la As Roma Spv Llc ha il 60% e che possiede il 78% del club. La banca con sede a Milano nella centralissima piazza Cordusio, cuore del potere finanziario, spinge in direzione dell'efficienza della struttura manageriale anche per tutelare il proprio investimento in linea col suo ruolo di azionista finanziario. Di qui il pressing a tutto campo finalizzato al risparmio. Per l'efficientamento e il taglio dei costi sarebbe preferibile dotare la società di un solo timoniere. Pannes è arrivato a dicembre dello scorso anno e sin dall'inizio rappresentava una soluzione-ponte. Il manager vorrebbe lasciare per curare da vicino le sue attività negli Usa. Resta Fenucci, nominato ad poco dopo il passaggio del club alla cordata italo-americana avvenuto il 18 agosto 2011. Sarebbe tentato dall'offerta ricevuta dal Milan ma non è detto che alla fine lasci Roma anche perché sembra sia gradito dall'istituto di piazza Cordusio per le sue precedenti esperienze bancarie: era alla Banca del Salento.
Ma a prescindere da chi va e chi potrebbe restare, l'attuale configurazione è troppo pesante e influisce negativamente sull'efficienza anche per la sovrapposizione di parte delle deleghe attribuite a Pannes e a Fenucci. L'appesantimento deriva anche dagli stipendi complessivamente corrisposti pari a circa 90 milioni l'anno (compreso quelli dei calciatori), dopo un taglio di 15 milioni negli ultimi due anni. Nel consiglio di domani sarà avviato il confronto tra i rappresentanti dei due schieramenti e non è detto che venga presa una decisione. E' possibile che la svolta che comunque ci sarà venga ratificata in una successiva riunione. La strada è segnata. Unicredit protegge il rischio reputazionale legato anche all'andamento della società calcistica che annaspa in campionato: dopo sei giornate ha 8 punti, frutto di una partita vinta sul campo fuori casa contro l'Inter, un'altra a tavolino a Cagliari e nessuna all'Olimpico. Per proteggere reputazione e soldi versati, Unicredit in estate ha concesso un'altra linea di credito di 25 milioni con scadenza fine dicembre 2015, sotto forma di fidejussione per il pagamento differito dei 10 giocatori voluti da Zeman.
A titolo di garanzia ha ottenuto il pegno su un controvalore di azioni del club pari a circa 65 milioni. Quindi l'intero pacchetto di proprietà della Neep è in garanzia alla banca, atteso che la capitalizzazione di borsa attuale è di 74 milioni. L'istituto rappresentato nella società da Paolo Fiorentino, consigliere della Roma e presidente di Neep propende per una strategia di valorizzazione dei giovani anche perchè meno costosi. C'è pressing su Pannes e Fenucci per mettere a punto un piano di sostenibilità economica. Unicredit attende entro qualche settimana tutta la documentazione corredata però anche da un piano B nel caso in cui dovesse esserci discordanze con le previsioni. Per il 2012 il budget prevede ricavi per 113 milioni e un ebitda (margine operativo lordo) negativo di 15,5 milioni. E anche per il 2013 i numeri sono in rosso.
(Il Messaggero)