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    Roma: la rimonta sulla Lazio in 3 punti

    Roma: la rimonta sulla Lazio in 3 punti

    • Stefano Palmieri
    Ancora Roma-Empoli nella storia. Ma non per la botta di Vanigli e l'urlo del capitano, era febbraio 2006. Siamo a sabato scorso, 28' secondo tempo. Quella sostituzione è un colpo di spatola, una pittura. Luciano Spalletti richiama Edin Dzeko, appena diventato l'attaccante della Roma più prolifico di sempre e manda dentro Francesco Totti, il più forte che abbia mai giocato per questi colori. E' un momento che non passerà più. Se un astronauta romanista fosse appena tornato da una missione e avesse saputo ora la notizia di Dzeko, avrebbe pensato di aver inalato strane cose a quelle altitudini. Trentatre gol segnati al primo di aprile; altro che un pesce, è una balena. 

    Ma non c'è tempo di fermarsi: arriva la sfida che, se non fosse esistita, i romanisti avrebbero inventato. Roma-Lazio, semifinale di ritorno di Coppa Italia, potrebbe - incredibile ma vero - cancellare quel 26 maggio del 2013. Ovvio che i laziali ridano al solo pensiero, quella finale di Coppa vinta è per sempre. Ma se c'è una partita che può passare il colpo di spugna che tutto il mondo giallorosso voleva è questa. Il 2-0 laziale all'andata l'ha resa la "remuntada". Se fossi Spalletti schiererei la rosa davanti a uno schermo e proietterei il video di tre partite. Per mandarne a memoria i dettagli-base.

    La prima sarebbe Barcellona-PSG. Per mostrare che a volte succede l'impensabile anche in campo. Andatela a rivedere quella botta di adrenalina. E se saprete guardare attentamente vedrete che dopo il 3-1 di Cavani era finito tutto, i blaugrana avrebbero dovuto segnare altri tre gol per passare e non era il caso di pensare a eventi folli, les parisiens continuavano a volare in  contropiede, fallendo un gol via l'altro. Poi dall'88' il film. Il "Moby Dick" o "Balla coi Lupi" del calcio. Tanto per capire che partite da 180 minuti finiscono sotto la doccia, mai prima.

    La seconda sarebbe Fiorentina-Borussia Moenchengladbach, Europa League, quaranta giorni fa. In Germania si era conclusa con la vittoria viola per 1-0, a Firenze avevano segnato prima Kalinic e poi Borja Valero. Praticamente sarebbero dovuti scendere i marziani perchè i tedeschi potessero qualificarsi. E' successo. E senza che ET fosse avvistato a Campo di Marte.

    La terza sarebbe Roma-Porto. Quella che ha sbattuto fuori i giallorossi dalla Champions in corso. In cui tutti gli errori possibili e immaginabili sono stati totalizzati, dalla panchina al campo. De Rossi centrale difensivo a sostituire Vermaelen espulso all'andata (Fazio ancora non si era palesato nei radar). Quel fallo di DDR che la rabbia e la preoccupazione fa trasformare, da fallo tattico quale voleva essere, nel cartellino rosso più evidente del mondo. E lì - con l'altra espulsione di Emerson, in un clima da acquario - crolla ogni certezza. Bisognerebbe rileggerne i fotogrammi per capire dove si è sbagliato e dove intervenire. Ma una cosa è certa. Mai più mettere una pistola carica nelle mani dell'arbitro. Fallacci e reazioni? Per l'amordiddio no. Un'ora e mezza è un alito di vento, se pensi di essere nel Far West hai perso.

    Twitter @calcioepepe

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